Il San Marco-1 era un satellite di piccole dimensioni (poco più di 60 cm e un peso di 115 chilogrammi), in grado di misurare la densità dell’alta atmosfera in modo preciso e continuativo, grazie a uno strumento di bordo, la “bilancia Broglio” dal nome del suo ideatore Luigi Broglio, direttore della Scuola di Ingegneria Aerospaziale e generale dell’Aeronautica Militare. Una figura centrale quella di Broglio che rappreesenta la sintesi della collaborazione tra l’Università di Roma e l’Aeronautica Militare. A lui è stata intitolata la base spaziale di Malindi in Kenia.
Il 1964 è un anno importante per lo spazio non solo per l’Italia ma per l’Europa che vede nascere ufficialmente l’European Space Research Organization (Esro) e l’European Launcher Development Organization (Eldo) per lo sviluppo dei lanciatori.
Ugualmente l’anniversario del lancio del primo satellite italiano sarà celebrato domani presso l’auditorium dell’Asi con un evento organizzato dall’Agenzia spaziale italiana insieme con il Centro Studi Militari Aeronautici “Giulio Douhet” (Cesma), l’Aeronautica Militare e l’Università La Sapienza, e con il supporto dell’Esa.
L’evento è articolato in due sessioni: la prima centrata sul San Marco-1, la seconda pensata per approfondire lo stato attuale del comparto e le sue prospettive future. Presenti, tra gli altri, il presidente dell’Asi Roberto Battiston, il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare gen. SA Pasquale Preziosa, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, l’amministratore delegato di Finmeccanica Mauro Moretti.
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Accadde oggi: nel 1964 con il satellite San Marco-1 l’Italia entra nello spazio
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