Se nella prima meta’ di questo secolo le temperature aumentassero di 0,93 gradi, il Prodotto interno lordo italiano potrebbe scendere tra lo 0,12 e lo 0,16%, pari a 2,5 miliardi di euro di mancata produzione di beni e servizi calcolando la percentuale sul Pil del 2009. Se il termometro salisse di 1,2 gradi, invece, la perdita economica potrebbe arrivare allo 0,2% del Pil. Il dato emerge dalla Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Snac) pubblicata dal ministero dell’Ambiente, in cui si sottolinea che i numeri ”vanno considerati come stime altamente per difetto dei danni potenziali”. Analizzando i vari settori, le perdite economiche piu’ ingenti potrebbero interessare il comparto turistico (17 e 52 miliardi di euro di perdita diretta nel 2050 per scenari climatici di +2 e +4 gradi sul 2000 rispettivamente). Danni diretti elevati vengono evidenziati nel settore agricolo, (13 e 30 miliardi di euro), seguiti, ma a distanza, da quelli relativi ai fenomeni di dissesto idrogeologico (circa 550 milioni di euro annui nel 2050 associati a fenomeni alluvionali derivanti dalla sola forzante climatica per uno scenario di aumento di circa 1 grado rispetto al 2000).