L’inquinamento e uno sviluppo non sostenibile mettono a rischio il bacino dell’Amazzonia, minacciando l’esistenza dei popoli indigeni. Questo l’allarme lanciato da Vazquez Campos, a capo di Coica, l’organizzazione che coordina associazioni di indigeni nella regione del bacino amazzonico. In un’intervista all’agenzia di stampa Xinhua, Campos ha avvertito che la foresta amazzonica in Paesi come Brasile, Colombia, Venezuela e Perù è già contaminata. “Siamo preoccupati – ha affermato l’attivista – perché i nostri fiumi sono contaminati da perdite di petrolio e non possiamo andare a pescare come facevamo prima, il che mette a rischio la nostra stessa esistenza in alcune zone amazzoniche”. Campos ha fatto appello ai Paesi che partecipano alla 20esima Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) in corso a Lima, in Perù, affinché lavorino per aumentare la consapevolezza sui rischi che affronta la regione. Durante la conferenza, ha affermato, dovrebbero essere ascoltate soprattutto le voci degli indigeni e degli agricoltori locali. Il bacino dell’Amazzonia ha una superficie di 7 milioni chilometri quadrati, di cui 5,5 milioni sono coperti dalla foresta pluviale. La stessa esistenza dell’Amazzonia, ha notato Campos, è a rischio a causa di progetti nei settori di energia, agricoltura e infrastrutture, tra cui la costruzione di impianti idroelettrici e canali navigabili, estrazione di petrolio, miniere e coltivazioni di olio di palma, soia e canna da zucchero per la produzione di biodiesel. “I popoli indigeni – ha affermato l’attivista – non sono i principali produttori dell’inquinamento, ma sono sicuramente le persone più colpite, nonostante le nostre azioni per la protezione dell’ambiente”. Il leader di Coica si è inoltre rammaricato per l’introduzione di sementi transgeniche nella regione, che ha avuto un impatto sulle sementi originali. “Se vogliamo salvare il mondo – ha dichiarato – dobbiamo ridurre l’inquinamento perché ha un impatto non soltanto sulla vita dei popoli indigeni, ma anche sulla biodiversità e sulle foreste, che sono un rifugio per la fauna selvatica. Questa enorme regione dell’America del Sud è il polmone verde della Terra e i popoli indigeni sono i guardiani della ricca biodiversità dell’Amazzonia”. Coica, l’organizzazione guidata da Campos, fu fondata a Lima nel 1984 per coordinare nove associazioni di indigeni nell’Amazzonia.