I linfomi, assieme alle leucemie, sono le malattie ematologiche piu’ diffuse in tutto il mondo: la forma “non Hodgkin” e’ la piu’ comune con quasi 400mila nuovi casi. Solo in italia i malati sono quasi 100mila con 13mila nuovi casi all’anno. Per loro la qualita’ e la speranza di vita sta cambiando radicalmente, rispetto ad un recente passato, grazie all’introduzione degli anticorpi monoclonali. Molecole cosidette “intelligenti” che vanno a colpire esclusivamente le cellule tumorali, riducendo in questo modo gli effetti collaterali della terapia, che oggi puo’ essere somministrata anche per via sottocutanea. E’ stato questo il tema principale dell’ASH, il 56 Congresso americano di Ematologia svoltosi in questi giorni a San Francisco, che ha visto la partecipazione di oltre 10mila specialisti. “Curare oggi un linfoma attraverso una semplice iniezione sottocutanea con farmaci biologici,della durata di 5 minuti rispetto alle oltre due ore della terapia infusionale, vuol dire offire al malato una qualita’ della vita assolutamente migliore; abbattendo anche i tempi di attesa e i costi per una ridotta ospedalizzazione” ha sottolineato nel suo intervento il dott. Antonello Pinto direttore del dipartimento ematologico dell’Istituto nazione tumori fondazione Pascale di Napoli. Tra gli anticorpi monoclonali presentati a San Francisco, il rituximab sta dando risultati particolarmente interessanti proprio per la qualita’ di vita del malato che oggi vede ridotti anche gli effetti collaterali attraverso questa nuova somministrazione. I linfomi, e’ stato detto al Congresso, possono colpire a tutte le eta’: ma a preoccupare gli ematologi e’ la forma “non Hodking” che riguarda le persone oltre i 65 anni, in prevalenza uomini. Tuttavia diagnosi precoce e cure sempre piu’ mirate hanno oggi radicalmente cambiato la qualita’ e la speranza di vita dei malati. Ma all’ASH si e’ parlato molto della leucemia linfatica cronica e qui l’Italia e’ stata uno dei paesi che ha presentato numerosi studi. Malattia che colpisce anch’essa una fascia di eta’ sopra i 65 anni e rappresenta la forma di leucemia piu’ diffusa nel mondo occidentale. In Italia ogni anno si registrano circa 3mila nuovi casi. Anche per questa patologia nuovi farmaci biologici stanno dando risposte importanti per la sopravvivenza dei malati: e’ il caso del GA101, anticorpo monoclonale di ultima generazione, che ha mostrato una riduzione dell’86 per cento, secondo lo studio internazionale CLL 11, del rischio di progressione della malattia.