Infezioni e tumori mix pericoloso, come indica uno studio che ha individuato una modalità non nota di diffusione dei tumori. Dopo un intervento chirurgico per l’asportazione di un cancro, infatti, le complicanze infettive si presentano dal 10% al 20% dei casi. Si tratta di problemi facilmente controllabili, ma dopo l’infezione la malattia tumorale spesso si ripresenta più forte. Un fenomeno al centro di uno studio canadese pubblicato dal ‘Journal of Clinical Investigation’, che indica già l’avvio di studi per di terapie utili a bloccare il meccanismo. Secondo la ricerca – coordinata Lorenzo Ferri, chirurgo toracico del Centro universitario di sanità McGill (Cusm) di Montréal – durante un’infezione i neutrofili, che rappresentano il 95% dei globuli bianchi, sono i primi a intervenire. Se l’infezione è grave i neutrofili espellono ‘fili’, simile a una tela di ragno, in grado di prendere e distruggere i microbi. Osservando il lavoro di questi fili i ricercatori si sono accorti che catturano, oltre ai microbi, anche le cellule tumorali rimaste in circolo dopo l’intervento. Ma al contrario dei batteri le cellule malate non vengono distrutte. Anzi. Si attivano e aumentano la capacità di proliferazione, sono quindi più a rischio di sviluppare un tumore secondario. Dopo 3-5 giorni dall’intervento di asportazione della massa tumorale – ricordano i ricercatori – una piccola carica di cellule cancerose può liberarsi e rimanere in circolo prima di essere, fisiologicamente, eliminate dal corpo. Ma è in questo periodo di tempo che può presentarsi un’infezione che le cattura, aiutando la malattia a ri-espandersi. Gli studiosi stanno già lavorando a farmaci per bloccare il meccanismo, puntando sui medicinali utilizzati per combattere malattie come la fibrosi cistica, che hanno già dato risultati sugli animali da laboratorio.