Anche quest’anno, fortunatamente, la siccità è stata scongiurata sul grande bacino amazzonico grazie al ritorno delle piogge e dei temporali, innescate dalla forte attività “termoconvettiva”, conseguenza dei passaggi “zenitali” (aree di massima insolazione) del sole a sud dell’equatore (dove si avvia ufficialmente l’estate australe). Fortunatamente il fenomeno atmosferico di “El Nino” non è riuscito ad affermarsi in modo significativo sul Pacifico equatoriale, rimanendo ancora con una magnitudo debole, anche se in lento aumento. In genere il pattern associato a “El Nino” può causare prolungante fasi siccitose sulla regione amazzonica, con conseguenze a dir poco nefaste per l’intero ecosistema. Anche in Amazzonia, infatti, si possono verificare delle prolungate fasi siccitose, attribuite alle elevatissime temperature delle acque superficiali dell’Atlantico equatoriale e a drastici cambiamenti della circolazione atmosferica nell’area equatoriale. Questo perché le elevate temperature dell’Atlantico tropicale contribuiscono a mantenere le temperature su valori largamente sopra le medie stagionali su 2/3 dell’Amazzonia, determinando al contempo un notevole rinsecchimento dell’atmosfera su tutta la vasta area dell’umido bacino, soprattutto sul versante più occidentale e sud-occidentale, tra la parte ovest dello stato dell’Amazonas e l’Acre.
Ciò si traduce in temperature molto elevate, ma accompagnate da un clima alquanto secco, che inibisce l’attività convettiva in area equatoriale, con il conseguente indebolimento degli Alisei provenienti dall’Atlantico tropicale. Un leggero aumento di piovosità e annessi moti convettivi si registra solo lungo le aree costiere affacciate sull’Atlantico, visto che le acque superficiali più calde agevolano un incremento della convenzione. Quest’anno il rischio di una grave siccità lungo il bacino amazzonico pare possa essere definitivamente scongiurato. Solo nell’estremo nord-est del Brasile sono presenti dei deficit idrici che hanno messo in ginocchio l’agricoltura locale. In quest’area del Brasile nord-orientale non si verificano precipitazioni temporalesche di una certa intensità da diversi mesi. Una penuria d’acqua che ha ridotto in magra i principali bacini idrografici. La situazione più critica riguarda l’area fra gli stati di Bahia e Pernambuco, nel Sertao. Ora però la situazione inizia a cambiare grazie alla graduale intensificazione dell’attività convettiva, legato proprio al passaggio verso sud-sud/ovest del “fronte di convergenza intertropicale”.
Nei prossimi giorni, con l’ulteriore abbassamento della linea dell’ITCZ (il “fronte di convergenza intertropicale”) verso la parte meridionale della regione amazzonica, la convergenza fra gli Alisei e il notevole apporto di umidità dall’Atlantico tropicale e sub-equatoriale, continuerà ad alimentare una intensa attività convettiva, soprattutto durante le ore pomeridiane e serali, favorendo la formazione di grossi sistemi temporaleschi a mesoscala e imponenti “Clusters” che daranno luogo a forti rovesci di pioggia, anche molto intensi, con colpi di vento e intensa attività elettrica. Soprattutto la temporanea intensificazione dell’Aliseo di NE che scorre lungo il bordo meridionale dell’alta pressione delle Azzorre, sull’Atlantico tropicale, contribuirà ad addensare molte nubi e tanta umidità all’interno del bacino amazzonico, dove le umide correnti orientali esalteranno ulteriormente l’attività convettiva e la conseguente formazione di grosse “Cellule temporalesche”, con imponenti annuvolamenti cumuliformi, alti anche più di 15-16 km (quindi molto grossi ed in grado di dare la stura a fenomeni precipitativi di forte intensità, se non addirittura occasionali grandinate). Il “fronte di convergenza intertropicale”, lì dove si sviluppano gli intensi “Clusters temporaleschi” tipici dell’area equatoriale, si trova localizzato a ridosso dello stato brasiliano dell’Amazonas, estendendosi con una estesa fascia di convergenza nei bassi strati fino alla Colombia sud-orientale e al Peru, dove si evidenzia un vasto fronte entro il quale si sviluppano imponenti annuvolamenti cumuliformi che danno la stura a forti rovesci di pioggia e forti temporali.
In questa zona, a causa del forte livellamento della pressione atmosferica e delle forti correnti ascensionali che generano i violenti “Clusters temporaleschi” tipici delle latitudini equatoriali, lungo la linea di convergenza degli Alisei, si verificano spesso estese calme di vento orizzontali (bonacce) che non fanno altro che agevolare la convenzione e la formazioni di imponenti annuvolamenti cumuliformi che danno la stura a forti acquazzoni e temporali, anche violenti nelle ore centrali della giornata. E’ proprio la presenza di questa fascia di convergenza nei bassi strati, localizzata fino al cuore dell’Amazzonia, fra umide e deboli correnti da Sud e S-SE che salgono fino allo stato dell’Amazonas e i più freschi Alisei da NE, in sfondamento dalla costa atlantica, ad accendere la miccia temporalesca, intensificando notevolmente la convenzione. Le intense precipitazioni temporalesche e i forti rovesci determineranno anche il notevole incremento della portata dei numerosi corsi d’acqua e affluenti del Rio degli Amazzoni.
Specie quest’ultimo, nelle prossime settimane, ingrossandosi, andrà ad allagare vasti lembi della foresta pluviale amazzonica. Bisogna anche ricordare come proprio in questo periodo dell’anno, lungo il bacino amazzonico, inizia quello che possiamo considerare il periodo di massima piovosità, associata alla lenta risalita dell’ITCZ. Di conseguenza i fiumi e i migliaia di corsi d’acqua che attraversano la lussureggiante foresta pluviale dell’Amazzonia, ingrossati dalle abbondanti piogge che caratterizzeranno l’estate australe, inonderanno vasti lembi di territorio forestale, creando delle vaste paludi e immensi acquitrini che sommergono per centinaia di chilometri buona parte del bacino amazzonico, in particolare le aree più depresse e vicine ai grandi bacini idrografici, come il Rio Negro o il gigantesco Rio degli Amazzoni. Un evento assolutamente normale per la depressione amazzonica, una delle aree più umide e piovose della Terra.