Il numero di persone decedute a causa della malaria è quasi dimezzato rispetto al 2000, sebbene oggi l’epidemia di Ebola minacci di annullare i progressi registrati in tal senso in Africa occidentale. Stando al rapporto annuale dell’Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms), tra il 2000 e il 2013 il tasso di mortalità per malaria è diminuito del 47% nel mondo e del 54% della regione africana, pari a 4,3 milioni di vite salvate, di cui 3,9 milioni bambini con meno di cinque anni.
“Questi sono veramente risultati senza precedenti, sono una notizia meravigliosa in termini di salute pubblica mondiale”, ha sottolineato Pedro Alonso, direttore del programma mondiale dell’Oms contro la malaria, attribuendo tale progresso soprattutto a un maggiore impegno finanziario e politico contro la malattia. Tuttavia, nonostante gli aiuti finanziari siano triplicati rispetto al 2005, i programmi di lotta alla malaria mancano ancora dei fondi necessari: nel 2013 sono stati messi a disposizione 2,7 miliardi di dollari (2,2 miliardi di euro) contro i 5,1 miliardi necessari.
L’Oms ha però espresso preoccupazione per la diffusione dell’Ebola che, destabilizzando i sistemi sanitari dei tre Paesi africani più colpiti – Sierra Leone, Liberia e Guinea – rischia ora di privare alcuni pazienti delle cure contro la malaria.
“Ebola potrebbe essere un problema importante”, ha sottolineato Richard Cibulskis, principale autore della relazione, ricordando che prima dell’epidemia si stimava che nei tre paesi colpiti si arrivasse a 20.000 decessi l’anno per malaria. “Avevano fatto progressi fino al 2013 nella lotta contro la malaria”, ha aggiunto, rammaricandosi del fatto che “alcune campagne devono essere sospese a causa del rischio di contagio del personale sanitario”.