“La scossa – spiega ancora l’esperto – si è verificata su una faglia lunga circa 30km che parte da Rogliano e si propaga fino a Tarsia, una faglia che ha provocato altri terremoti storici nel 1835, nel 1854 e nel 1870, in tutti i casi terremoti non distruttivi. In passato nella provincia di Cosenza i terremoti storici non sono mai stati così violenti da essere paragonabili a quelli della Calabria meridionale o della Sicilia orientale; è una precisazione opportuna per evitare allarmismi. Le scosse in provincia di Cosenza raramente hanno superato la magnitudo 6.0, di pochi decimi. Non sono quindi paragonabili a quelli distruttivi che hanno raggiunto magnitudo 7 e oltre in altre zone di Calabria e Sicilia, o dell’Italia appenninica centrale“.
“Chi si azzarda a prevedere terremoti potrebbe essere denunciato per procurato allarme, non c’è alcun modo per prevederli – conclude Tansi – ma il vero problema è che siamo in Italia, se fossimo in Giappone non ci saremmo neanche svegliati per parlare di questa scossa, che ricordo è pur sempre stata di magnitudo 4.4. Se le case venissero costruite tutte secondo la rigida normativa antisismica, non dovremmo avere alcuna paura. Purtroppo la Calabria è terra di abusi edilizi, e paghiamo anche quello che abbiamo fatto nel corso degli anni. Solo quando la terra si muove ci ricordiamo di questi misfatti, ma la prevenzione dovrebbe accompagnarci ogni giorno. L’augurio è che non debbano servire altre tragedie per capirlo: l’Italia ne ha subite talmente tante, ultime quelle di L’Aquila e dell’Emilia Romagna, che dovrebbe già avere la piena consapevolezza dei rischi sismici a cui inevitabilmente va incontro per la natura geologica del territorio su cui sorge“.