Quest’anno il tumore del colon-retto colpirà 5.157 persone in Veneto (52.000 in tutta Italia). Tutti i pazienti con questo cancro in fase avanzata dovrebbero essere sottoposti a un test molecolare. Dal risultato dell’esame dipende la scelta della terapia più efficace. Nel 60% dei tumori, infatti, non è presente una particolare mutazione (del gene RAS) e, in questi casi, è possibile utilizzare un farmaco specifico, in grado di migliorare in maniera significativa la sopravvivenza. “E’ un tumore molto diffuso la cui causa è legata anche a scarsa attività fisica o a dieta non equilibrata – afferma la prof.ssa Vittorina Zagonel Direttore del Dipartimento di Oncologia Clinica e Sperimentale dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV), IRCCS -. Ed è direttamente associata ad un’alimentazione ipercalorica, ricca di grassi animali, carni rosse e povera di fibre. È stato dimostrato un incremento di rischio del 15% nelle persone in sovrappeso e del 33% negli obesi. E’ importante rendere consapevole la popolazione che dieta, alimentazione, alcol e fumo causano il 35-40% di tutti i tumori. Anche nella nostra Regione, dove il 10% dei veneti è obeso”. Il tumore del colon è la neoplasia più diffusa in Italia, dove vivono 300mila persone con una precedente diagnosi di malattia. Per questo la Fondazione “Insieme contro il Cancro”, in collaborazione con AIOM e Europa Colon ha realizzato una guida per pazienti e familiari Affrontare il tumore del colon-retto. La pubblicazione viene presentata oggi a Padova nel convegno Come sconfiggere il tumore del colon-retto: l’importanza degli screening e dei test genetici , presso l’Istituto Oncologico Veneto (IOV), grazie ad un educational grant di Amgen. “È possibile diagnosticare in modo precoce la malattia partecipando regolarmente ai programmi di screening promossi dalle Regioni – sottolinea il dott. Stefano Realdon gastroenterologo endoscopista dello IOV -. Tuttavia troppi italiani non si sottopongono a questi esami. Il test basato sulla ricerca del sangue occulto nelle feci è offerto gratuitamente dal sistema sanitario nazionale a tutte le persone di età compresa fra 50 e 75 anni. Nel Nord Est si registra il 60% di adesione, percentuale maggiore rispetto alla media nazionale (34%), ed i risultati pubblicati di recente hanno dimostrato una riduzione del rischio di morte del 22% nelle aree del Veneto a maggior adesione al programma di screening”. “Un risultato molto positivo – sottolinea la prof.ssa Zagonel – che deve spingere tutti a partecipare ai questi semplici ed efficaci esami”.
Il tumore del colon-retto rappresenta uno dei big killer in tutto il mondo. Sei persone su 10 riescono a sconfiggere la neoplasia. Un risultato importante, raggiunto attraverso un approccio multidisciplinare coordinato anche per la malattia avanzata, in strutture di riferimento nazionali ed internazionali come lo IOV, IRCCS della Regione Veneto, che opera in stretta collaborazione con il Dipartimento di Scienze Chirurgiche ed Oncologiche diretto dal Prof. Donato Nitti dell’Università di Padova. “ Il chirurgo mantiene un ruolo anche nella malattia metastatica – sostiene il prof. Nitti -,per questo la valutazione multidisciplinare e le caratteristiche molecolari del tumore, aiutano a garantire la scelta di trattamento più opportuna per ciascun paziente, che si traduce in un miglioramento di sopravvivenza e di qualità della vita, e di tutti i parametri di efficacia, con risparmi consistenti per il servizio sanitario nazionale”. “Più informazioni si possiedono sul tumore maggiore è la possibilità di guarirlo, utilizzando farmaci mirati – aggiunge la dott.ssa Sara Lonardi Responsabile del coordinamento multidisciplinare delle neoplasie colorettali dello IOV-. Perché la terapia biologica viene somministrata solo ai malati che possono beneficiarne con certezza”. “Lavoriamo al fianco degli specialisti proprio per assicurare l’impiego appropriato dei farmaci, coscienti che la sostenibilità del sistema è anche nostra responsabilità – spiega il dottor dott. Francesco Di Marco, amministratore delegato di Amgen -. Concentriamo i nostri sforzi anche nella definizione di test che permettano di selezionare in anticipo i pazienti che trarranno giovamento dalle terapie”. E per garantire uniformità nella pratica clinica nell’applicazione dei test molecolari in tutta Italia, l’AIOM e la Società Italiana di Anatomia Patologica, hanno sviluppato un progetto Nazionale che ha definito i criteri standard per la caratterizzazione molecolare del tumore, e certificati i Centri che assicurano la qualità delle metodiche richieste. Le due Società scientifiche hanno condiviso le raccomandazioni che permettono di definire con precisione la caratterizzazione molecolare di cinque tipi di cancro: al seno, al colon-retto, al polmone, allo stomaco e melanoma, con conseguenti scelte mirate di trattamento.