Se nel mondo intero il 2014 è stato l’anno più caldo da quando esistono i rilevamenti meteorologici planetari, e cioè da circa 120 anni, con uno scarto positivo di circa +0,6°C rispetto alle medie, in Italia i dati sono ancor più impetuosi ed evidenziano un’ulteriore impennata del trend di riscaldamento in atto da molti decenni. La Banca dati climatologica dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna, infatti, ha pubblicato i dati relativi all’anno solare 2014 che confermano le analisi sull’anno meteorologico 2014, che si era concluso a novembre. Con uno scarto dalla temperatura media del periodo 1971-2000 di +1,45°C, il 2014 è stato in Italia l’anno più caldo degli ultimi 215, dal 1800 ad oggi, cioè da quando esistono i rilevamenti climatici nel nostro Paese. Lo scarto delle temperature minime è stato di +1,62°C, il più netto della storia, mentre quello delle temperature massime è stato di +1,29°C, il 4° più caldo della storia. Il 2014, quindi, supera il 2003 che fino ad oggi era stato l’anno più caldo di sempre e che adesso scivola al secondo posto.
Questi dati confermano una frequenza del nuovo millennio che colpisce: “Se guardiamo i 10 anni più caldi dal 1800 ad oggi, ben nove sono successivi al 2000“, evidenzia il ricercatore Isac-Cnr. “Dopo il 2014 abbiamo il 2003 (+1.37°C), 2007 (1.33), 2012 (1.31), 2001 (1.29), poi il 1994 che con un’anomalia di +1.11°C è l’unico anno della classifica record relativamente vecchio, dopo di che si torna agli anni 2000: 2009 (+1.01°C), 2011 (0.98), 2000 (0.92), 2008 (0.89)“.
“Il 74% di piovosità in più rispetto al 1971-2000”, spiega Brunetti. “Le piogge si sono concentrate soprattutto al Nord, dove sono state il triplo del normale, con picchi di oltre 5 volte la media in alcune zone del Nord-ovest. Per l’Italia settentrionale, il novembre 2014 è risultato il quarto più piovoso di sempre e bisogna andare al 1926 per trovarne uno superiore. Ma tutto il 2014 è risultato particolare al Nord: undicesimo anno più piovoso (per trovarne uno più piovoso bisogna andare fino al 1960) con un’anomalia pari a +34% rispetto alla media, a cominciare dall’inverno che è il più piovoso di sempre con oltre il doppio delle precipitazioni tipiche stagionali; seguono poi l’autunno e l’estate (entrambe +30%). L’Italia meridionale invece per quel che riguarda le precipitazioni risulta in media“.
A corredo dell’articolo le mappe di riepilogo annuo dell’Isac-Cnr: