L’ondata di gelo che in queste ore sta colpendo il nord degli Stati Uniti, dal Middle-West fino agli stati del New England, coinvolgendo oltre 50 milioni di cittadini statunitensi che fra oggi e domani faranno i conti con temperature che scenderanno sotto i -20°C -35°C, nei prossimi giorni rischia di avere pesanti ripercussioni sull’andamento meteo/climatico in Europa, e sul bacino centrale del Mediterraneo. La prima conseguenza di questo brusco raffreddamento di gran parte del continente nord-americano è una rapida accelerazione del flusso zonale sull’Atlantico settentrionale, con una progressiva rigenerazione del ramo principale del “getto polare” che esce dal Canada meridionale e dagli USA. Tutto si annoda intorno al temporaneo abbassamento di latitudine della figura del “lobo canadese” del vortice polare, che proprio in questi giorni si è abbassato di latitudine, propagandosi fino al Middle-West e alla regione dei Grandi Laghi, avvettando masse d’aria davvero gelide, di origine artica, fino al nord degli States e al Canada sud-orientale. Questo temporaneo abbassamento di latitudine della figura del “lobo canadese”, che dall’Arcipelago Artico canadese si è esteso con i propri elementi fino al Quèbec e al nord degli USA, ha instaurato su tutto il Canada orientale una vasta circolazione depressionaria, riempita di aria molto gelida, di origine artica canadese.
Questa vasta circolazione depressionaria, a carattere freddo, responsabile del gelo intenso in atto nel nord degli Stati Uniti, è caratterizzata anche da valori di geopotenziali in quota estremamente bassi. Questi valori di geopotenziale cosi bassi sono in grado di produrre dei formidabili “gradienti di geopotenziale”, distribuiti fra il Canada orientale e l’Atlantico settentrionale, che alimenteranno ulteriormente il ramo principale del “getto polare”, imprimendogli forza e velocità. Questo forte “gradiente di geopotenziale” in quota, che proprio in questi giorni si verrà ad innescare tra il Canada orientale e l’Atlantico settentrionale, produrrà possenti “Jet Streaks” che dall’Atlantico occidentale, con massimi di velocità di oltre i 290-300 km/h alla quota di 250 hpa, si spingeranno molto velocemente sopra i cieli dell’Atlantico settentrionale e dell’Europa occidentale, inibendo le spinte meridiane dell’anticiclone delle Azzorre. In sostanza, la presenza di un “getto polare” molto forte, rinvigorito da questi “gradienti di geopotenziale” attivi fra il nord America e l’Atlantico, con intensi “Jet Streaks” che si distribuiranno dall’Atlantico orientale fino alle porte dell’Europa occidentale, inibirà lo sviluppo di onde troposferiche vigorose e ben strutturate, capaci di ergersi fino alle latitudini artiche.
In tale contesto di elevata zonalita le masse d’aria molto gelide, d’estrazione artica, rimarranno confinate fra l’altopiano della Siberia orientale (Jacuzia), dove rimarrà attivo un invasivo “lobo siberiano” del vortice polare, e l’area canadese, dove insisterà il “lobo canadese”, che presenterà un profondo minimo di geopotenziale alla quota di 500 hpa, responsabile del netto rinvigorimento del ramo principale del “getto polare” che esce dal continente nord americano. Nei periodi in cui persisterà questa anomalia di geopotenziali estremamente bassi sull’area canadese sull’Atlantico il flusso perturbato principale scorrerà assumendo una marcata componente zonale che penetrerà fin sull’Europa orientale, dove le umide e miti correnti oceaniche scorreranno al di sopra della masse d’aria gelide appena depositate nei bassi strati dalla recente avvezione fredda scivolata fra l’Ucraina e le Repubbliche Baltiche, originando delle nevicate. Questa ripresa, sensibile, delle correnti zonali, che proprio a cavallo del weekend raggiungeranno velocità ragguardevoli anche nei bassi strati in Atlantico, avrà il merito di “stirare” (nel vero senso della parola) verso l’Europa centro-occidentale e il Mediterraneo il robusto promontorio anticiclonico delle Azzorre, il quale verrà costretto a spingersi di forza, con le proprie propaggini più orientali, fino alla Francia e al bacino centrale del mar Mediterraneo.
Lungo il bordo più settentrionale di questa solida figura anticiclonica dinamica si dipanerà un flusso di masse d’aria piuttosto tiepide, d’estrazione sub-tropicale oceanica, che dalle latitudini sub-tropicali atlantiche risalirà fino alle coste del Portogallo, la Spagna e la Francia, penetrando fino al cuore del Mediterraneo, interessando più da vicino le nostre regioni centro-settentrionali, dove nel weekend si potrebbero raggiungere picchi di oltre +23°C +25°C, come in tarda primavera. Ma vista la provenienza prevalentemente occidentale dell’avvezione sub-tropicale oceanica temporanei picchi sopra i +26°C +27°C all’ombra si potrebbero raggiungere in alcune zone pedemontane del Piemonte occidentale, sottoposti a venti di caduta dalle Alpi occidentali capaci di scaldare ulteriormente le masse d’aria molto miti, d’origine sub-tropicale oceanica, durante la loro discesa verso il Catino Padano. In questo caso a causa della “compressione adiabatica” l’aria, già di per se molto mite in origine, durante la discesa dalle vette alpine potrebbe subire un ulteriore “scaldata”, raggiungendo i fondovalle e le pianure piemontesi come venti insolitamente caldi per il mese di Gennaio.