Pillola anticoncezionale, aumenta il rischio di tumore cerebrale nelle donne

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Uno studio danese ha messo in luce come la composizione della pillola, di ormoni femminile, potrebbe essere un fattore che aumenta il rischio di formazione di un tumore cerebrale nelle donne che l’assumono per almeno 5 anni

non-ha-effetti-negativi-sulla-fertilita_jpeg_940x0_q85Da uno studio danese pubblicato sul British Journal of Clinical Pharmacology, le giovani donne che prendono un contraccettivo ormonale per almeno un minimo di cinque anni sono maggiormente esposte al rischio di tumore cerebrale, detto il glioma. Lo studio, ancora in via sperimentale, ha preso in considerazione i dati rilevati dal Registro Tumori della Danimarca relativi a pazienti tra i 15 e i 49 anni a cui è stata diagnosticata la malattia tra il 2000 e il 2009.

I contraccettivi ormonali ad oggi sono un farmaco diffusissimo in particolar modo fra le donne di giovane età non solo per il loro fine contraccettivo contro  gravidanze indesiderate, ma è un farmaco che gli stessi ginecologi somministrano alle proprie pazienti anche per gestire problemi alle ovaie ed alla regolarità del ciclo, nonché per prevenire la formazione di tumori, a cui sono appunto soggette le donne, poiché si sviluppano a causa di disfunzioni ormonali.

La pillola, contiene ormoni femminili, dunque va ad agire proprio lì dove la loro mancanza provoca vari problemi alle donne. Vi sono infatti prove certe sul fatto che l’assunzione dei contraccettivi ormonali per un determinato numero di anni riduce le probabilità di ammalarsi di  neoplasie del seno, dell’ovaio e dell’endometrio. «D’altro canto – dice David Gaist, autore dello studio e ricercatore della University of Southern Denmark – si sa molto poco sulle cause dei gliomi e di altri tumori cerebrali. E poiché è noto che gli ormoni sessuali possono far crescere il rischio di determinati tumori abbiamo voluto indagare se ci fosse un legame fra questi e le neoplasie che si sviluppano nel cervello». I risultati dell’indagine danese riportano che sono stati diagnosticati nel Paese circa 317 casi di glioma in giovani donne che utilizzavano la pillola da più di 5 anni. «Sebbene emerga che l’uso di contraccettivi ormonali faccia lievemente aumentare le probabilità di glioma, servono conferme su numeri più ampi di persone e studi più approfonditi – concludono gli studiosi nordeuropei. “Per ora, calcolando i rischi e i benefici degli anticoncezionali ormonali, il bilancio è ancora a favore del loro uso. Ma è necessario conoscere meglio gli effetti collaterali sul lungo periodo per le donne che li utilizzano». Inutile dunque mettersi in allarme per le lettrici che utilizzano l’usuale pillola contraccettiva; realizzando un confronto diretto fra i soggetti che si ammalano di tumore cerebrale glioma e il numero di donne che utilizza la pillola qui incriminata, emerge che i tumori cerebrali gliali colpiscono meno di 5 persone su 100.000 in un anno, mentre le terapie anticoncezionali vengono assunte da un numero ben più alto, a dimostrazione che non tutte le donne sono maggiormente esposte al rischio glioma. Infatti, lo studi deve essere maggiormente appronfondito per mettere a confronto ed intrecciare possibili diversi fattori che, insieme all’assunzione della pillola anticoncezionale, possano aumentare il rischio glioma. Ad oggi infatti non esiste un’univoca correlazione fra pillola e tumore cerebrale tale da imputare l’anticoncezionale di essere la causa di un rischio maggiore di tumore cerebrale nelle donne.  «I dati presentati in questo studio epidemiologico sono interessanti anche se non sono assolutamente da considerarsi definitivi o debbano indurre a pensare una chiara e diretta correlazione causa effetto fra la terapia anticoncezionale e l’insorgenza di gliomi – sottolinea Alba Brandes, direttrice dell’Oncologia all’ospedale Bellaria-Maggiore di Bologna ed esperta di tumori cerebrali – sebbene gli effetti dei livelli estrogenici abbiano un ruolo protettivo in diverse patologie che possono colpire il sistema nervoso centrale (ad esempio patologie cerebrovascolari o la malattia di Alzheimer), dati solidi sulle correlazioni fra terapia anticoncezionale e neoplasie cerebrali non sono ancora disponibili. Non da ultimo – prosegue Brandes -, in considerazione dell’espressione di alcuni recettori ormonali sulle neoplasie cerebrali, per diverso tempo sono stati tentati approcci terapeutici (come tamoxifene) in grado di bloccare i recettori ormonali estrogenici, senza però ottenere risultati di rilievo nelle neoplasie cerebrali. Serve quindi grande cautela nell’interpretazione di questi dati, che devono spingerci a studiare ulteriormente le ragioni di questo fenomeno».

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