E’ partita l’iniziativa #pizza Unesco, affinchè la pizza italiana venga ufficialmente inserita nella fatidica lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità
La pizza potrebbe diventare patrimonio dell’ Unesco. E’ infatti stata inviata la petizione Ufficiale negli Stati Uniti per chiedere che l’arte della pizza napoletana sia patrimonio Unesco sbarca. Dopo aver toccato città come Roma, Napoli, Milano e Londra, tocca adesso ad un alimento che è ben più di un semplice alimento che fa parte della nostra dieta mediterranea, è diventato unsimbolo del made in Italy, del nostro patrimonio cutlrale da difendere contro chi approfitta di questa ricetta, spacciandola come tale, come succede nella gran parte di paese europei, che tutto hanno fuochè un’ottima ed originale pizza napoletana. “Il riconoscimento dell’arte della pizza napoletana da parte dell’Unesco proteggerà il prodotto e l’economia a esso associata dal fenomeno dell’italian sounding. I prodotti di qualità inferiore che utilizzano nomi italiani minacciano l’economia del nostro Paese producendo danni che secondo le ultime stime Coldiretti costerebbero all’Italia 300mila posti di lavoro, con un fatturato del falso Made in Italy nel settore agroalimentare che ha già raggiunto i 60 miliardi di euro”, ha dichiarato il presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente.
L’iniziativa #pizzaUnesco, nata per la raccolta di firme affinchè sia inserita nella ‘Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità’ si terrà oggi presso la pizzeria Rossopomodoro in West Village alle 17 locali. A presentare la petizione saranno Pecoraro Scanio, il presidente di Rossopomodoro Franco Manna e l’amministratore delegato della società Simone Falco, Sergio Miccù, presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Antimo Caputo, amministratore delegato dell’Antico Molino Caputo, Salvatore Cuomo, chef e ristoratore, presidente della principale catena di pizzerie in Giappone. Non possiamo che augurarci che il piatto preferito dagli italiani, e non solo, rieasca a d approdare nelle elitè del patrimnio Unesco.