La prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto fu opera, nel 1750, di Nicola Parisi, lungo la costa reggina, nel fondo di Rada Giunchi
Il bergamotto, scientificamente noto come Citrus Bergamia Risso, è un agrume appartenente alla famiglia delle Rutacee, del genere Citrus. Il suo frutto, di dimensioni simili ad un’arancia e dalla forma rotondeggiante e leggermente piriforme, ha una buccia gialla liscia e sottile ed una polpa acidula. La maturazione va da novembre a marzo ed il suo habitat più idoneo ed esclusivo è costituito dalla sottile striscia di terra, lunga poco più di 100 km, tra Villa San Giovanni e Monasterace, compresa tra le propaggini estreme dell’Aspromonte e i mari Jonio e Tirreno, in provincia di Reggio Calabria, dove è un prodotto DOP, esportato non solo in tutta Europa, ma anche in India, Cina e Giappone.
Alcune leggende fanno deriva il bergamotto dalle Isole Canarie, da cui sarebbe stato importato ad opera di Cristoforo Colombo; altre fonti propendono per la città di Berga, in Spagna, mentre si narra la storia del moro di Spagna che ne vendette un ramo ai signori Valentino di Reggio (in Calabria) per 18 scudi, che lo innestarono su un arancio amaro in un loro possedimento nella contrada “Santa Caterina”. L’etimologia più plausibile è Beg armudi, cioè “pero del signore” in turco. La prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto fu opera, nel 1750, del proprietario Nicola Parisi, lungo la costa reggina, nel fondo di Rada Giunchi. In origine l’essenza veniva estratta dalla scorza per pressione manuale e fatta assorbire da spugne naturali collocati delle concoline, recipienti appositi. Nel 1844, invece, è documentata la prima vera industrializzazione del processo di estrazione dell’olio essenziale dalla buccia grazie ad una macchina inventata dal reggino Nicola Barillà, denominata “macchina calabrese”, che garantiva una resa elevata in tempi brevi, con un’essenza di ottima qualità se paragonata a quella estratta “a spugna”.
Mangiare il bergamotto aiuta a mantenere il cuore in salute, tenendo sotto controllo il colesterolo alto, prevenendo l’insorgenza di malattie cardiovascolari come arteriosclerosi, ictus e infarto. Dal frutto maturo si estrae il succo, concentrato di antiossidanti, minerali e vitamine, che producono un’azione benefica sull’organismo, riducendo il colesterolo cattivo e abbassando il livello di glucosio nel sangue; ma soprattutto il miracoloso olio essenziale, composto da circa 350 elementi chimici, con azione antisettica, cicatrizzante, rigenerante e antinfiammatoria per la pelle, in quanto è disinfettante e antibatterico, indicato per contrastare foruncoli, acne, eczemi, psoriasi, dermatite seborroica, ma anche ferite, ustioni, punture d’insetti; riattivando la circolazione in caso di geloni. E’ ottimo in caso di coliche e infezioni intestinali, parassitosi intestinali, difficoltà digestive, oltre che per l’effettuazione di gargarismi, contro alitosi, ascessi e infezioni della bocca. Con esso si possono effettuare suffumigi, respirando il vapore a pieni polmoni, con un asciugamano per coprire il capo. Con esso si realizzano lozioni antiforfora, saponi disinfettanti, Sali da bagno, dentifrici, acqua da toilette, profumi, deodoranti ecc.
Il bergamotto si è rivelato un ingrediente straordinario nella gastronomia moderna, capace di profumare le ricette tradizionali. Basti pensare alla sardella aromatizzata con poche gocce di bergamotto, alla Nduia al bergamotto, abbinandosi perfettamente con crostacei, astici, cicale di mare, scampi, aragoste e gamberi; ma anche con cinghiale, lepre o piccione, agendo da contrasto con i loro forti sapori. Da provare l’anatra al bergamotto… una simpatica variante dell’arancia prevista dalla ricetta originale. Il succo, invece, è un ottimo complemento per le insalate, aromatizzando le salse. Per insaporire le paste ripiene, buccia grattuggiata del frutto e, se amate i liquori, ecco la ricetta del Bergamino: 2-3 bergamotti (solo le bucce, senza parte bianca), 1 litro di alcol puro a 90°, 1 litro e 700 di acqua, 1 kg di zucchero per lo sciroppo. Per prepararlo, lasciate 24 ore le bucce nell’acqua, cambiando quest’ultima 3 o 4 volte. Dopo 24 ore colatele, asciugatele e mettetele in ¼ di alcool, per poi porle in un recipiente ermetico per 15 o 20 giorni; scuotendole ogni tanto (2 volte al giorno). Conservate lo sciroppo con lo zucchero, aggiungendo il rimanente alcool e il tutto filtrato. Lasciate maturare un paio di giorni e poi beve ghiacciato.