Un recente studio americano rivela le notevoli proprietà di una proteina capace di garantire la salute del cuore
Il merito di questa scoperta innovativa va alla Johns Hopkins Medicine che ha pubblicato la notizia sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences che snocciola le facoltà di questa proteina, la BDNF (Brain-derived neurotrophic factor) sull’apprendimento, sullo sviluppo neuronale ma soprattutto quelle inerenti la protezione del cuore.
Sul cuore gli effetti benefici sono stati verificati attraverso le cellule cardiache di roditori sani e cardiopatici ed è stato dimostrato che le cellule sane hanno reagito positivamente alla presenza di tale proteina, contrariamente a quelle malate meno reattive.
«Proprio come una fiamma bassa e costante permette a una pentola sul fuoco di continuare a bollire, così costanti livelli di BDNF sembrano mantenere la vitalità del muscolo cardiaco» spiega Nazareno Paolocci, autore dello studio.
Dati, questi, che se trovassero riscontro anche nel funzionamento del corpo umano spiegherebbero le cause legate all’infarto nei pazienti che si sono sottoposti a chemioterapia.
I problemi cardiaci, infatti, costituirebbero uno dei principali effetti collaterali di suddetta terapia, inibendo i recettori dei fattori di crescita multipla, come il TrkB, onde evitare la moltiplicazione delle cellule tumorali.
Peccato, però, che al contempo ciò determina anche una significativa limitazione delle proteine multitasking come il BDNF.