Riuscito con successo il lancio della capsula, fallito il test di rientro del primo stadio del razzo vettore
SpaceX, la compagnia privata fondata da Elon Musk, ha lanciato in orbita sabato scorso la capsula Dragon con un carico di rifornimenti per la Stazione spaziale internazionale, dopo aver rimandato il lancio pochi giorni fa a causa di problemi tecnici in fase di lancio. La missione della compagnia, pero’, e’ riuscita solo a meta’: SpaceX intendeva infatti dare una prima dimostrazione del rientro controllato del primo stadio del razzo vettore, che sarebbe dovuto atterrare su una piattaforma nell’Atlantico e inaugurare una stagione di lanci spaziali a costi ancora piu’ contenuti.
Purtroppo, il razzo Falcon 9 decollato da Cape Canaveral, in California, ha invece mancato il bersaglio e si e’ disintegrato nell’oceano, a causa di un malfunzionamento degli stabilizzatori di volo appositamente installati sul razzo per controllarne il rientro. Musk ha ammesso il mezzo fallimento della missione, ma si e’ detto incoraggiato: la compagnia, infatti, e’ quantomeno riuscita nella non facile impresa di far rientrare il razzo vettore verso la piattaforma galleggiante da un’altitudine di dozzine di miglia, e ha sottolineato che il nuovo sistema di rientro “ha funzionato benissimo” alle alte velocita’, ma “ha esaurito il fluido idraulico poco prima dell’atterraggio”. Il presidente di SpaceX ha annunciato che il mese prossimo la compagnia eseguira’ un secondo tentativo. Il sito web di SpaceX sottolinea come i razzi Falcon 9 progettati e realizzati dalla compagnia siano concepiti per sopportare le sollecitazioni del rientro atmosferico e per effettuare un atterraggio verticale, al contrario dei razzi vettori tradizionali, che si disintegrano in fase di rientro o subiscono danni troppo gravi per consentirne il riutilizzo. Perfezionare il meccanismo di rientro resta comunque un processo difficile, che probabilmente richiedera’ ancora diversi anni.