Spazio: un obiettivo senza precedenti, la grande sfida di SpaceX

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Falcon 9 Spacex launchFermata ad un minuto e 21 secondi prima della fine del countdown, la missione del cargo SpaceX, che avrebbe dovuto partire da Cape Canaveral verso la Iss stamattina alle 06:20 ora della Florida (le 12:20 in Italia) a bordo della capsula Dragon, ha una particolarità importante rispetto alle precedenti: il primo stadio del razzo vettore Falcon 9, che avrebbe spinto il cargo in orbita, doveva rientrare a terra. Il recupero era previsto su una speciale e autonoma base di approdo per droni, una sorta di grande chiatta, ormeggiata al largo dell’Oceano Atlantico, a 300-400 chilometri dalle coste di Jacksonville (Florida).

Questo test, mai realizzato prima, se andasse in porto con il nuovo tentativo di lancio che la Nasa ha indicato come probabile venerdì prossimo 9 gennaio, potrebbe influire in maniera significativa sui costi delle missioni spaziali, la cui voce più costosa sono appunto i razzi. Proprio il 16 dicembre scorso, la stessa SpaceX, la società californiana fondata da Elon Musk nel 2002, ha però ammesso con un intervento sul suo sito, che le “probabilità di successo” di questa manovra “non sono elevate, ma vicine al 50%”. “In ogni caso, questo test rappresenta il primo di una serie di esperimenti di rientro che hanno come obiettivo il recupero del primo stadio del Falcon 9” ha spiegato sul suo sito la SpaceX, la società che dal 2012 è diventata la prima compagnia privata ad aver inviato un veicolo spaziale alla Stazione Spaziale Internazionale, nell’ambito del programma Commercial Orbital Transportation Services della Nasa. “E’ già molto complesso far rientrare qualunque cosa dallo spazio, ma -ha spiegato la società- riportare indietro il primo stadio del Falcon 9 facendolo atterrare in un luogo preciso può comportare molti più problemi”. Insomma per SpaceX si apre davvero una grande sfida.

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