La ricerca, ancora in fase di laboratorio, ha evidenziato come le statine, utilizzate dai pazienti per la cura del colesterolo, abbiano la capacità di inibire la diffusione delle cellule tumorali nell’organismo
Le statine, il farmaco piu’ usato per abbassare i livelli di colesterolo, potrebbero avere una funzione anche contro i tumori, prevenendo la formazione delle metastasi. A pervenire a questa importante risultato è uno studio della University of Pittsburgh School of Medicine, pubblicato dalla rivista Scientific Reports. La ricerca, per ora solo in laboratorio, contribuisce ad avvalorare questa tesi per giunta già condivisa da diverse precedenti ricerche, tra cui una pubblicata nel 2012 dal New England Journal of Medicine. E’ stato provato come l’uso di statine indurrebbe ad una minore mortalita’ per i pazienti con un tumore in fase di metastasi, ma nessuno ha individuato ad oggi con certezza quale sia il meccanismo che lega il fattore statine con il fattore cura tumorale. I ricercatori hanno constatato che le cellule tumorali epiteliali, ossia quelle del tumore propriamente detto, hanno bisogno di sintetizzare colesterolo o molecole precursori del colesterolo per passare e trasformarsi in cellule “mesenchimali’, cioè quelle piu’ mobili e pronte a espandersi nell’organismo, che porterebbe dunque allo stato di metastasi nel paziente.
In presenza di statine nell’organismo, queste vanno ad inibire la produzione di un enzima chiave per la trasformazione. ”Non tutti i tipi di cellule tumorali reagiscono allo stesso modo – affermano gli autori -, ma potrebbe essere possibile mettere a punto un test per capire quale paziente potrebbe avere un beneficio dalle statine insieme alle terapie tradizionali e quale no”. Dunque ad oggi nulla è certo, lo studio continua ad essere portato avanti come fase sperimentale; ciò che è certo è che uno studio più approfondito sulla natura delle cellule tumorali potrà portare nel prossimo futuro a capire quale sostanza può agire su di esse per arrestarne l’irrimediabile quanto drammatica diffusione in tutto l’organismo.