Il sismologo dell’Ingv Michelini dichiara: “l’obiettivo degli esperti non è prevedere i terremoti ma fornire quei dati che permettano una conoscibilità delle zone altamente sismiche, con la Mappa Sismica del territorio questo è possibile”
L’Italia centro/settentrionale stamattina è di nuovo teatro di paura per la popolazione locale, scenario di uno sciame sismico iniziato alle 06:35 e ancora in corso. Tra la Toscana e l’ Emilia Romagna, nell’Appenino Bolognese, è stata una mattina molto “movimentata”, si sono infatti registrate ben 92 scosse di terremoto, di cui 42 con magnitudo superiore a 2.0, 7 con magnitudo superiore a 3.0 e una, la più forte, di magnitudo 4.3 alle 07:51, L’ultima scossa più forte e avvertita dalla popolazione è stata quella delle 10:56, di magnitudo 3.4.
Ancora una volta torna l’incubo del terremoto, evento di morte e distruzione nell’immaginario di ognuno e torna dunque la paura nel trovarsi impreparati e non sapere come agire e reagire. Nascono spontanee alcune domande, si può prevedere? Come si può reagire? A cui gli esperti sismologi tentano di dare una risposta. La redazione di Meteo web, sempre attenta al fenomeno e soprattutto all’esigenza di conoscenza dei lettori, ha intervistato l’esperto sismologo dell’ Ignv, Alberto Michelini. L’esperto ci ha riferito che “la zona dell’ Appennino Bolognese è ad immediata ed alta pericolosità sismica; la zona, al confine tra Bologna e Prato e che si estende per circa una ventina di chilometri quadrati, è un territorio altamente sismico. La prima scossa che hanno registrato i nostri apparecchi è stata circa alle 3.15 della mattina, di magnitudo 1.6; da lì è iniziato un susseguirsi di scosse, un vero e proprio sciame molto intenso, fino ad arrivare alla scossa più forte che si è registrata intorno alle 7.51 di circa 4,1 magnitudo. Ci sono state in totale fra i 40 e 50 eventi sismici nell’ultime due ore, la maggior parte di piccoli entità, infatti solo 4 sono state le scosse più rilevanti che hanno sfiorato i 4 gradi magnitudo“. Dinnanzi a questa situazione particolare l’esperto dice che “la situazione è talmente variegata che è difficile constatare cosa potrà esservi prima e dopo una piccola scossa. Capire se dopo uno sciame di piccole eventi sismici potrebbe arrivare una scossa più forte e forse micidiale? Impossibile prevederlo”. Ed ancora ci ha detto che “a partire da stamattina, abbiamo avuto 78 terremoti, tutti con magnitudo superiore a 1.5 nella zona dell’Appennino Bolognese” e proprio mentre stava rispondendo alle nostre domande, lo stesso esperto ha rilevato proprio in quel momento dai suoi strumenti, un’altra scossa che era appena avvenuta nella zona interessata, verso le 11 di mattina circa.
Ed ha proseguito “vede? Anche in questo momento la terra trema, ma ciò non deve essere considerata come una sorta di maledizione. Per noi esperti, il terremoto non può essere visto come una punizione divina. Certo, la tragicità dell’evento in alcuni casi è devastante, ma non è il fatto che la terra tremi ad uccidere le persone, piuttosto è ciò che l’uomo ha costruito intorno a sé che ne provoca la sua stessa morte” . Di fatti, se la terra trema e crollano gli edifici circostanti a causa della massiccia urbanizzazione spesso forzata, dove le abitazioni sembrano accatastate sintomo di un abusivismo feroce, costruite secondo tecniche non norma di legge è scontato che le persone sono esposte maggiormente ad un rischio di morte. Perché rimarrà uccisa inevitabilemente dai palazzi, dai tetti e dai pavimenti che essi stessi hanno costruito senza preoccuparsi dell’eventualità di un sisma. “Certo – continua l’esperto Michelini, può sicuramente succedere anche il caso di un incidente nonostante un’abitazione fosse a norma di legge, altre cause possono comunque provocare il ferimento o la morte durante una scossa sismica, tutto diventa relativo davanti ad un terremoto”.
La terra è indipendente, non si possono certo prevedere i suoi movimenti, l’unica cosa a cui gli esperti possono attenersi è quella di monitorarla in maniera sempre più precisa per offrire alle persone la consapevolezza di ciò che sta succedendo. Ma non solo. Il monitoraggio di questi fenomeni anche se di piccola entità è essenziale se non per la prevedibilità delle scosse, quanto per permettere agli studiosi di svolgere un lavoro analitico nel rielaborare tutti i dati degli eventi che in tutta Italia si verificano quotidianamente, poi rielaborarli per riuscire ad avere una conoscenza profonda del nostro territorio e divulgarla alle persone con un programma di informazione idoneo” e continua
“Noi studiosi ormai abbiamo un’idea appurata di tutte quelle zone del territorio dove principale c’è attività sismica” ma ribadisce “non possiamo assolutamente fare delle stime precise ed attendibili sulla prevedibilità dei fenomeni sismici. L’unico strumento attendibile che abbiamo da tempo realizzato è la mappa territoriale che riporta il grado di pericolosità sismica delle regioni italiane. La mappa della sismicità del territorio ad oggi è infatti lo strumento più preciso ed essenziale che abbiamo per calcolare , solo su una stima di probabilità, le zone in cui potrebbe verificarsi più frequentemente un terremoto”.
Il lavoro degli esperti dunque, come specificato da Michelini non può essere quello di lanciare un allarme preventivo alla popolazione, ma piuttosto concentrare il loro impegno per permettere che la popolazione prevenga gli effetti di un potenziale sisma. Dunque la giusta chiave di lettura non è prevedere il terremoto, ma prevenire le conseguenze disastrose che potrebbe generare. Se immaginiamo infatti, una realtà in cui potrebbero essere previsti in anticipo i terremoti come si potrebbe agire? Cio non impedirebbe infatti le distruzioni, le macerie, i feriti ed i danni alle strutture delle zone in cui si verificherebbe, l’unica cosa che si genererebbe sarebbe un panico generale ed un fuggi fuggi della popolazione, in cerca di un territorio di salvezza. Ma se manca una consapevolezza ed una conoscenza di base dell’evento naturale e soprattutto manca la volontà di costruire a norma, prevedere un terremoto comunicandolo prima non arginerebbe comunque la distruzione che genererebbe. Michelini ha precisato che “da sempre, l’impegno di noi esperti sismologi è sempre stato quello di sensibilizzare le autorità e la popolazione a formarsi ed informarsi”. Grazie alla mappa delle zone sismiche questo è possibile, perché le popolazioni dei luoghi più “caldi”, con la consapevolezza che il loro territorio è più a rischio dovrebbero essere stimolati e guidati a compiere scelte più oculate anche in materia di edilizia. “Rispettare nelle costruzioni le norme diventa dunque essenziale per la prevenzione dalle conseguenze catastrofiche che si generano dopo un evento sismico” ha concluso Michelini “e studiando a fondo la mappa territoriale sismica è possibile farlo”.