Come prefigurano le ultime elaborazioni delle simulazioni numeriche entro la fine del mese il vortice polare potrebbe sbilanciarsi verso il mar di Norvegia e la Scandinavia, propagando i propri gelidi tentacoli fino al cuore del vecchio continente. Ancora manca meno di una settimana, ma come evidenziano i principali centri di calcolo internazionale pare confermato l’affondo di uno dei “lobi” principali del vortice polare sull’Europa centrale, con lo slittamento fin verso le medie latitudini europee della vasta e profonda circolazione depressionaria, interamente riempita di aria gelida, d’estrazione artica, nella media troposfera (valori sui -40°C a 500 hpa). Non ci sarà alcun tipo di “split”. A farlo uscire dalla tana ci penserà l’intensa azione di “forcing” troposferico esercitata dal robusto promontorio anticiclonico azzorriano, localizzato sul vicino Atlantico settentrionale, con massimi di oltre 1040 hpa posizionati a ridosso dell’Atlantico portoghese.
Proprio una temporanea erezione di questa robusta struttura anticiclonica, che manterrà la propria radice calda sub-tropicale nel tratto di oceano poco a sud delle Azzorre, causerà un sensibile aumento dei valori di geopotenziale in quota, sopra l’Atlantico orientale, davanti le coste del Portogallo e la Spagna. L’isolamento sull’Atlantico settentrionale di questo potente anticiclone dinamico, caratterizzato in quota da massimi di geopotenziale molto elevati, con valori stimati attorno i 590-592 Dam al traverso delle Azzorre, spianerà la strada per la formazione di un imponente promontorio anticiclonico, spanciato con i propri elementi fino alle coste sud-orientali canadesi. La formazione di questa possente “impalcatura” anticiclonica, nel cuore dell’Atlantico settentrionale agevolerà, più ad est, la discesa delle masse gelide presenti sopra la Calotta polare verso latitudini più meridionali.
Il forte “gradiente di geopotenziale” che si verrà a sviluppare in quota, fra l’Atlantico orientale e l’Europa occidentale, genererà una notevole accelerazione del “getto polare” che scivola lungo il bordo più orientale del robusto promontorio anticiclonico dinamico atlantico. Lo sviluppo di un potente “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto”) lungo il bordo orientale dell’anticiclone oceanico, con una direttrice marcatamente meridiana (nord-sud), contribuirà a far scivolare di latitudine il “lobo scandinavo” del vortice polare che dalla regione Artica si propagherà verso latitudini più meridionali, propagandosi al mar di Norvegia e alla Scandinavia. Entro il 31 Gennaio il “lobo” dovrebbe posizionarsi fra il sud della Svezia, la Danimarca e il mar del Nord, con un profondo vortice ciclonico e minimo barico al suolo stimato sotto i 975 hpa. Tale area ciclonica verrà supportata in quota da un nocciolo particolarmente gelido, caratterizzato da isoterme sotto i -40°C alla quota di 500 hpa e da gepotenziali molto bassi, capaci di scendere al di sotto dei 480 Dam (nella media troposfera).
Quanto basta per apportare un sensibile raffreddamento e un po’ di neve in tutta l’area scandinava e mitteleuropea, dove per la prima volta, dall’inizio del 2015, si apriranno le porte dell’Artico. La profonda area ciclonica, che rappresenta uno dei grandi lobi del vortice polare ben strutturato in quota con l’annesso nocciolo gelido sui -40°C a 500 hpa, tra il 31 Gennaio e l’1 Febbraio, traslerà molto lentamente verso levante, favorendo al contempo la discesa di un primo fiume di aria molto fredda che dalla Scandinavia si fionderà sull’Europa centrale, investendo in seguito anche la Polonia e i paesi dell’Europa centro-orientale e Balcani, tramite intensi venti da N-NO che spireranno anche molto forti, per via anche del notevolissimo “gradiente barico orizzontale” prodotto dalla vasta e profonda depressione artica che contrasterà con l’imponente anticiclone azzorriano sull’Atlantico. Al momento la Norvegia, Svezia, Danimarca saranno le prime nazione ad essere interessate dal notevole abbassamento dei valori termici, che si porteranno su valori ampiamente negativi. Ma il freddo, entro fine mese, lo si percepirà molto bene anche su tutta l’Europa centrale, sull’area danubiana, e sui Balcani, dove peraltro arriveranno pure deboli nevicate fino al piano.
Le gelide correnti settentrionali che scivolano lungo il ramo discendente della saccatura artica, in allontanamento verso l’Europa centro-orientale, daranno luogo anche a delle nevicate, in genere di debole e moderata intensità, che interesseranno un po’ tutti gli stati europei. La neve si vedrà pure nell’area balcanica. Le fredde correnti artiche, entro l’inizio di Febbraio, dopo aver invaso la regione danubiana e i Balcani, potrebbero tracimare anche sul bacino centrale del mar Mediterraneo, dove l’ingresso delle fredde correnti, di origine polare nei bassi strati e più propriamente artica in quota, potrebbe determinare un autentico tracollo dei valori termici, oltre che al ritorno della neve a bassissima quota. In qualche caso si perderanno anche -8° -10° rispetto alle temperature archiviate nei giorni scorsi.