Il fattore tempo e’ il ”primo alleato” del cuore nei casi di emergenze cardiovascolari. Secondo i dati, in un caso su cinque la differenza tra la vita e la morte e’ data proprio dalla tempestivita’ con cui si interviene. E’ quanto e’ emerso nel corso del ‘Simposio di chirurgia cardiaca’ che si e’ svolto presso la Clinica Mediterranea a cura di Luigi Chiariello direttore del Centro cuore della struttura sanitaria partenopea. Il dibattito ha visto la partecipazione di esperti, di rappresentanti di tutte le strutture sanitarie pubbliche di Napoli e del consigliere per la Sanita’ della Regione Campania Raffaele Calabro’.
Nel corso della tavola rotonda sono stati affrontati sia gli aspetti clinici che organizzativi necessari per rispondere a emergenze cardiovascolari ”sempre piu’ diffuse”. ”Negli ultimi decenni – ha spiegato Chiariello – i progressi nella diagnosi e terapia delle malattie cardiovascolari hanno consentito un miglioramento delle prospettive di sopravvivenza e di qualita’ della vita nella grande maggioranza dei pazienti cardiovascolari. In un consistente gruppo di pazienti, tuttavia, – ha aggiunto – il beneficio di tali terapie appare strettamente legato al ‘fattore tempo’. In alcuni casi, quali l’infarto miocardico acuto, la dissezione acuta dell’aorta e il tamponamento cardiaco, non solo e’ necessario intervenire bene, ma anche subito”. Tra i casi ”piu’ drammatici” e’ stato evidenziato quello della dissezione aortica che – come sottolineato da Jacob Zeitani, cardiochirurgo del Centro cuore della Clinica – ”se non operato d’urgenza, ha una mortalita’ del 20 per cento a 24 ore, del 50 per cento a 48 ore e del 90 per cento a 30 giorni dalla sua manifestazione”. Malattie cardiovascolari per cui – come e’ stato sottolineato – ”e’ importante che la rete delle emergenze sia capillare e capace di rispondere”.