La voragine del 22 febbraio 2015 evidenzia la stretta relazione tra interventi umani nel sottosuolo e sulla superficie
Nel 2013 abbiamo svolto ricerche multidisciplinari lungo i versanti dei Camaldoli incombenti su Pianura e Soccavo al fine di valutare l’instabilità e suscettibilità all’innesco frane dei versanti incombenti sui popolosi quartieri citati. Le figure illustrano le fasi del campionamento dei sedimenti e la mappa di sintesi elaborata con la Dott.ssa Enrica Toce.
La ricerca è stata stimolata dalla considerazione che solo particolari eventi piovosi determinano dissesti che interessano anche le aree abitate a valle come accaduto il 15 settembre 2001; l’obiettivo, pertanto, è stato la comprensione del tipo di fenomeno idrologico che sia in grado di destabilizzare i versanti al fine di predisporre adeguati sistemi di allarme idrogeologico immediato oggi mancanti.
Il lavoro si è articolato in tre sezioni. Una prima distinta in tre parti : una prima bibliografica molto ben strutturata; una seconda, metodologica molto ricca e ben articolata rispetto alle caratteristiche locali ed infine e una terza che descrive dettagliatamente le prove necessarie per la classificazione dei terreni piroclastici.
Una seconda sezione in cui è descritta l’attività di laboratorio ed i dati ottenuti.
Una terza sezione di interpretazione dati, loro trattamento con diverse metodiche e scenari potenziali. In poche parole si mette in luce in maniera chiara la relazione fra fenomeni pluviometrici, stratigrafia superficiale e profonda, comportamento dei terreni e probabilità di fluidificazione ed innesco di fenomeni di colata.
I dati ottenuti sono estremamente originali ed utili al fine d migliorare la sicurezza dei cittadini. Essi evidenziano che va rivista la perimetrazione del rischio idrogeologico finora adottata e che è assolutamente necessario mettere a punto ed attivare locali piani di protezione civile ed un moderno sistema di allarme idrogeologico immediato oltre alla realizzazione di adeguati interventi alla sommità dei versanti tesi a limitare i danni degli incendi e del ruscellamento superficiale che si innesca nelle aree urbanizzate e coltivate.
La voragine del 22 febbraio 2015 evidenzia la stretta relazione tra interventi umani nel sottosuolo e sulla superficie del suolo quando non vi è un governo mirato del sottosuolo teso ad evitare fenomeni potenzialmente disastrosi come quello verificatosi alcuni giorni fa in via Campanile di Pianura.
Il dissesto idrogeologico di Pianura rispecchia il dissesto istituzionale circa la difesa dei cittadini che sono sempre più abbandonati a “io speriamo che me la cavo”.
E non finirà qui, purtroppo!
Le ricerche hanno evidenziato che con qualche decina di migliaia di euro si può attivare un sistema di allarme idrogeologico immediato in grado di evitare problemi alle persone da parte di flussi fangosi provenienti dai valloni dei Camaldoli innescati da nubifragi rilasciati da cumulonembi.
Con una spesa contenuta è possibile elaborare in breve tempo una mappa dei “siti sensibili al dissesto del sottosuolo” del quartiere in modo da procedere ad una verifica dello stato del sottosuolo e ad installare sistemi di controllo atti a prevenire fenomeni come quello del 22 febbraio 2015.
Le nostre esperienze sono a disposizione istituzionale per contribuire alla sicurezza dei cittadini.
Perché non realizzare un sistema innovativo che incrementi la sicurezza dei cittadini di Pianura?
Applicabile poi anche alle aree urbane circostanti i Camaldoli?