Quello appena trascorso è stato un weekend davvero da brividi per gran parte degli stati contigui degli USA, investiti da una delle più crude ondate di gelo degli ultimi anni. L’ondata di gelo partita direttamente dal Polo Nord, più precisamente dall’Arcipelago Artico canadese, è scivolata fra il Canada e il nord-est degli Stati Uniti, determinando un brusco raffreddamento e l’avvento di intense nevicate che hanno ammantato di neve fresca gli stati che si affacciano sull’area dei Grandi Laghi e in seguito pure il New England e parte degli stati centrali.
Le masse d’aria piuttosto gelide, d’estrazione artica (poiché provenienti direttamente dal mar Glaciale Artico), scivolando lungo il bordo più orientale di un promontorio anticiclonico di blocco che si è venuto a costruire nei giorni scorsi davanti la West Coast nord americana, lungo il Pacifico nord-orientale, hanno invaso gli stati canadesi del Manitoba, Ontario e Quèbec, per poi sfondare fino al nord degli USA tramite l’inserimento di una moderata e fredda ventilazione da O-NO e NO che dal North Dakota, dal Michigan e Minnesota si è spinta fino alla regione dei Grandi Laghi, invadendo anche parte degli States centrali. L’aria molto gelida, di origine artica, ha interessato più da vicino il territorio canadese, in particolare gli stati del Manitoba e dell’Ontario, dove i termometri hanno subito una discesa verticale, fino a sfondare il muro dei -35°C -40°C.
Una parte di quest’aria gelida che ha invaso il Canada centro-orientale si è versata anche sul nord-est degli Stati Uniti, investendo il North Dakota, South Dakota, Wisconsin, Minnesota e Michigan, dove i termometri sono scivolati sotto i -20°C -25°C, con picchi prossimi ai -28°C -30°C. Ma temperature rigidissime, degne da località sub-polari, si sono registrate anche fra Michigan, Illinois, Vermont, New Hampshire, Maine, Massachusetts e stato di New York, dove l’avvezione di aria gelida, sommandosi al forte effetto “Albedo” prodotto dai suoli pesantemente innevati, ha originato un sorprendente raffreddamento, spingendo i termometri sotto la soglia dei -18°C -20°C in molte località dove raramente si registrano simili cifre.
Una minima di ben -19°C è stata registrata all’aeroporto internazionale di Boston, mentre nella stessa New York la colonnina di mercurio si è “pericolosamente” avvicinata alla fatidica soglia dei -20°C. Queste temperature cosi gelide, prossime ai -18°C -20°C, hanno fatto ghiacciare le acque del fiume Hudson, che per l’occasione si è trasformato in una distesa di ghiaccio, a tratti spesso fino a 44-45 cm. A causa proprio del ghiaccio lungo l’Hudson River, che costeggia l’isola di Manhattan, è entrata in azione un’imbarcazione rompighiaccio della guardia costiera statunitense. Ma il ghiaccio si è nuovamente riformato anche lungo i Grandi Laghi. In molti casi la navigazione lungo i Grandi Laghi è consentita solo con la scorta di piccole navi rompighiaccio che aprono la strada alle grandi navi, non abituate a muoversi su acque prossime al congelamento.
Lungo le rive del Lago Superiore e del lago Michigan è stato possibile osservare, oltre alle meravigliose sculture di ghiaccio disegnate dal vento, anche il fenomeno dei “fumi artici”, molto noto sul mar Glaciale Artico. In genere si formano sui mari che circondano l’Artico e le coste dell’Antartide, alle latitudini polari. La formazione dei “fumi artici” è indotta dalla pressione del vapore alla superficie calda del mare, che è molto superiore alla tensione massima di saturazione della superficie dell’aria fredda sovrastante. Il vapore emesso dal mare, alle temperature polari, largamente sotto gli +0°C, si condensa immediatamente, apparendo come una colonna di fumo che si leva sopra la superficie del mare. Il gelo, come detto, è stato notevolissimo, visto l’azione diretta del “lobo canadese” fino al cuore degli Stati Uniti.
Ma bisogna dire che anche in questo caso, malgrado le temperature estreme, siamo ben lontani dal cosiddetto episodio “storico”, visto che al momento non viene pervenuta la caduta di alcun record di freddo assoluto. Tanto per fare un esempio basta riportare i records assoluti di freddo delle principali metropoli degli USA settentrionali; Minneapolis -40.8°C, Chicago -32.8°C, Boston -27.8°C e New York City -26.1°C. Come vedete valori che fanno davvero rabbrividire, ma che per fortuna non sono stati neppure avvicinati in questa ondata di gelo molto intensa, ma non storica per gli standard del clima statunitense. Anche se in diverse aree, fra Wisconsin e Minnesota, il gelo polare ha permesso alla colonnina di mercurio di sfiorare il fatidico muro dei -40°C. Valori davvero estremi che hanno creato notevolissimi disagi, provocando la paralisi di ogni tipo di trasporto per la presenza di strade, reti ferroviarie e piste d’atterraggio completamente ghiacciate.