La scossa di terremoto di magnitudo 4.7 che si è verificata alle 09:52 di stamattina nel basso Tirreno e precisamente con epicentro sull’isola di Stromboli, è stato un evento sismico abbastanza particolare rispetto alla tipologia di scosse sismiche poichè molto profondo, con ipocentro a ben 273 km di profondità, ma nonostante questo è stato distintamente avvertito dalla popolazione del Sud, da Napoli a Palermo, scatenando il panico in Calabria e in modo particolare nel vibonese.
L’esperto geologo dell’INGV, Alberto Michelini, spiega ai microfoni di MeteoWeb che “questa rilevante profondità non è un caso raro in questa zona, quella tirrenica appunto, dove il mare unisce Calabria Sicilia ed isole Eolie“.
L’esperto, infatti, illustra le specifiche secondo cui la litosfera oceanica sul quale si trova il basso Tirreno è soggetta a continui movimenti subduzionali, oltre alla presenza del vulcano di Stromboli che con la sua attività spesso causa tremori e vibrazioni sul territorio. “E’ logicamente necessario specificare – precisa l’esperto – che l’attività vulcanica stromboliana ed il sisma di stamani sono eventi completamente separati: si tratta di due cause molto diverse che portano ad un sisma. Nel caso vulcanico infatti, è il movimento della lava vulcanica e la pressione del gas al suo interno che provocano un tremore in tutta la zona circostante, che accompagnano di solito l’intera eruzione e colata lavica. Nel caso del sisma di stamani, la cause è completamente diversa. L’origine è dovuta al movimento di subduzione della litosfera oceanica che sprofonda nella litosfera continentale e questo punto di “scontro-unione” è la causa ed origine di tutte le frequenti scosse che si registrano nella zona“.
Michelini quindi intende specificare che “in questo caso, l’evento sismico è completamente indipendente dall’attività vulcanica stromboliana” Del resto gli esperti ci hanno confermato come la conformazione subduzionale è molto particolare in questa zona, con uno strappo di circa 200 chilometri in corrispondenza della Calabria in linea di massima.
Se il terremoto è così profondo non c’è nessun pericolo che la scossa si possa sentire in superficie? La ricercatrice dell’INGV Lucia Margheriti ci ha risposto in merito a ciò affermando che “quello di oggi è stato un evento sismico di magnitudo 4.7; un livello da non sottovalutare per quella zona. Infatti nella zona tirrenica sono frequenti scosse di terremoto ma di entità il più delle volte più basse rispetto a quella di oggi. Effettivamente è stata forte, ma, il fatto che sia stata così profonda ha fatto da cuscinetto ammortizzatore sulla superficie, poiché il tremore nonostante fosse rilevante, non ha avuto la forza di propagarsi fino in superficie conservando la sua intensità, che si è esaurita, dicendolo in modo a-tecnico strada facendo”.
La stessa Margheriti si è interessata in modo molto approfondito proprio sulla natura dei terremoti “profondi” che si verificano nel bacino tirrenico, spiegandone anche le cause geologiche. L’esperta ha continuato poi affermando che “il fatto che è stato profondo in parte ha attutito la percezione dello stesso e soprattutto ha limitato quelli che potevano essere le reali conseguenze per le popolazioni che occupano i territori in superficie corrispondenti“. Quindi nessun danno per fortuna, ma nonostante la profondità rilevante, alcune zone delle regioni circostanti all’epicentro hanno sentito distintamente la scossa, soprattutto in Calabria, nel vibonese, in Sicilia tra Palermo e Messina, ed anche a Napoli in Campania. Michelini infatti conferma “sicuramente nella zona più vicina all’epicentro, le onde sismiche si propagano alla crosta circostante e, in superficie, alle città corrispondenti. In questo caso nonostante fosse a 200 km ed oltre di profondità è stato possibile avvertirlo anche a grandi distanze proprio grazie alla profondità, perché le scosse più profonde sono e in aree più ampie si propagano“.