Una delle peggiori tragedie avvenute negli ultimi anni nel Canale di Sicilia
Potrebbe essere una delle tragedie più grosse avvenute negli ultimi anni nel Canale di Sicilia, quella che viene riferita in queste ore dai 9 migranti giunti all’alba di stamani a Lampedusa dopo essere stati salvati da un mercantile.
I sopravvissuti, che si trovavano a bordo di due gommoni, hanno riferito di aver fatto parte di un gruppo molto più ampio, ma al momento è difficile stabilire esattamente il numero. Di certo, secondo quanto raccontato dai migranti, la cifra non sarebbe inferiore ai 300 vittime.
Almeno duecento, infatti, erano gli occupanti dei due natanti intercettati, mentre un altro centinaio era a bordo di una terza imbarcazione, della quale però non si ha più traccia. I migranti hanno riferito di essere partiti sabato dalla Libia, e di aver affrontato il mare con onde altre anche dieci metri prima di venire recuperati.
“Non volevamo partire, c’era brutto tempo. Ma i trafficanti umani di hanno costretti sotto la minaccia delle armi e non avevamo altra scelta. Siamo partiti a bordo di quattro gommoni in 460, ma uno dei gommoni, durante la traversata, è affondato e sono morti tutti i profughi a bordo. Tra loro c’erano anche tre bambini. E’ stata una tragedia, non avrei mai immaginato di vivere un incubo del genere”. A raccontarlo, ancora visibilmente sotto shock, sono alcuni dei testimoni oculari di quanto accaduto nel Canale di Sicilia. Sono nove malesi, tutti tra i venti e i trenta anni, soccorsi a bordo di un mercantile e portati all’alba di oggi a Lampedusa, a raccontare agli operatori di Save The Children quanto vissuto. “Ci tenevano chiusi in un magazzino alla periferia di Tripoli – raccontano – e ci dicevano di aspettare prima di partire. Aspettavano il momento giusto. Poi, sabato, senza preavviso, sono venuti. Erano tutti armati e ci hanno costretti a lasciare quel campo per raggiungere una spiaggetta di Tripoli”. Alcuni dei profughi si sono opposti. Volevano aspettare che il tempo migliorasse. “Ma non ci hanno fatto tornare indietro – racconta un superstite a Giovanni Di Benedetto di Save The Children – Eravamo minacciati e guardati a vista. Cosa altro potevamo fare?”. Hanno pagato tutti 800 dollari a testa. I 460 immigrati, tra cui anche donne e minori, sono così arrivati sulla spiaggia e ammassati, secondo il loro racconto, su quattro gommoni con un motore da appena 40 cavalli. “Ci hanno dato complessivamente dieci taniche di benzina per la traversata – raccontano ancora – e ci hanno spinti sui gommoni con la forza, nonostante il brutto tempo. Ci avevano assicurato che il tempo sarebbe migliorato. E noi non potevamo che fidarci di loro”. Così in 460 sono partiti sabato alla volta di Lampedusa. “A poche miglia dalla Libia – racconta un altro testimone – uno dei quattro gommoni è affondato con oltre cento persone a bordo. Un altro gommone si è sgonfiato davanti e l’altro imbarcava acqua”. Il resto è ormai storia. Uno dei gommoni in avaria è stato soccorso dalla Guardia costiera arrivata da Lampedusa, nonostante le onde altre nove metri e il mare forza sette-otto. Sono 76 i superstiti e 29 i profughi morti per assideramento. Su un altro gommone sono riusciti a salvarsi solo due degli oltre cento immigrati a bordo e sul quarto gommone si sono salvati in sette su più di cento profughi. Un’altra ecatombe, nel Mare Mediterraneo. Oggi i nove superstiti, arrivati questa mattina a Lampedusa, e sono ancora visibilmente sotto shock. Hanno il terrore nei loro occhi. Gli altri 75 sono nel Centro d’accoglienza. Non parlano. Sono sotto le coperte. Muti. Con gli occhi sbarrati. Non hanno nemmeno la forza di piangere. Nel frattempo le 29 salme dei profughi morti assiderati prendono il largo per Porto Empedocle dove verranno trasferiti in quattordici cimiteri dell’agrigentino. Tutti senza nome, tranne uno.