Domenica inizierà il mese di marzo, e nell’ultima domenica del mese, nella notte fra sabato 28 marzo e domenica 29 marzo 2015 quindi tra poco più di un mese, tornerà anche l’ora legale: le lancette dell’orologio andranno spostate di un’ora in avanti dalle 02.00 alle 03.00. Dormiremo un’ora in meno, quindi, ma le giornate saranno più lunghe e luminose per sfruttare la luce solare con conseguente risparmio energetico nelle ore serali. Secondo gli esperti, adattarsi al nuovo fuso sara’ piu’ semplice di quando a ottobre viene reintrodotta l’ora solare e il dio Morfeo, clemente e generoso, aggiunge riposo alle nostre notti.
“Quando con l’ora legale aggiungiamo un’ora ai nostri orologi – ha spiegato il responsabile del centro di medicina del sonno dell’ospedale Niguarda di Milano, Lino Nobili –nonostante la perdita di sonno c’e’ sicuramente un maggiore adattamento del nostro corpo rispetto all’ora solare di ottobre, in quanto le giornate sono piu’ luminose e si va incontro all’estate. Rilevante, quindi, e’ l’aspetto psicologico“. “C’e’ un minimo di jet lag – aggiunge Nobili– e l’organismo necessita di cinque sei giorni circa per recuperare. Essendo il ritmo del sonno regolato dalla temperatura interna, se spostiamo il nostro risveglio ci possiamo trovare in un momento in cui la temperatura non e’ ancora a livello ottimale e la sera si puo’ avvertire piu’ stanchezza. Aumenta pero’ la stimolazione luminosa in primavera, quindi anche la relativa stanchezza viene in parte compensata“. “Ne soffrono di piu’ i bambini e anziani – conclude l’esperto – mentre per gli adulti c’e’ da fare una distinzione tra i cosiddetti ‘gufi’, che vivono piu’ di notte e che quindi possono risentirne di piu’, rispetto alle ‘allodole’ mattiniere“.
“Perdendo un’ora di sonno dobbiamo cercare di anticipare l’orario dell’addormentamento – spiega il responsabile del centro del sonno Universita’ La Sapienza di Roma, Oliviero Bruni – anche se e’ piu’ difficile anticipare che posticipare. Il problema del reset dell’orologio biologico e’ che sono necessari tre quattro giorni per recuperare la ‘perdita’, ovvero adattare il cortisolo, l’ormone dello stess. Gli effetti possono essere affaticamento, nervosismo e sbalzi di umore. I bambini e gli anziani hanno maggiore difficolta’ di adattare i propri ritmi, essendo piu’ complicato per loro anticipare l’orario di addormentamento”. L’esperto romano ricorda che con le giornate primaverili ”c’e’ piu’ luce, regoliamo la produzione di melatonina e la capacita’ di adattamento all’ora legale e’ quindi migliore rispetto a quella solare di ottobre”.
”Poter godere di piu’ ore di luce incide favorevolmente rispetto al cambiamento di ottobre, perche’ la luce, antidepressivo naturale, incide sulla sereotonina”, sottolinea anche il direttore del centro di medicina del sonno del San Raffaele di Milano, Luigi Ferini Strambi, che poi aggiunge: ”Andiamo incontro a un mini jet lag, le ripercussioni dureranno per qualche giorno. Questo cambiamento incidera’ soprattutto sui ‘gufi’ (rappresentano il 15-20% della popolazione), che faranno piu’ fatica ad alzarsi”. ”Gli altri soggetti coinvolti – conclude l’esperto – sono quelli piu’ legati al ‘marcatempo’, collegate a orari, e tra loro in particolare anziani e bambini. Tra i consigli c’e’ quello di esporsi subito la mattina alla luce per inibire il rilascio di melatonina. Tra le conseguenze possibili dovute al jet lag, in particolare, si riscontrano sonnolenza e peggiori perfomance cognitive”.
Nelle società antiche, prima della diffusione degli orologi, l’organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi (come nelle moderne civiltà industrializzate). I contadini si alzavano all’alba, seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno. Nell’Impero Romano, la cosiddetta ora prima era sempre quella che seguiva il sorgere del sole, indipendentemente dall’istante in cui questo evento astronomico si verificasse.
Nell’Età contemporanea, l’espediente dell’ora legale non fa che riprodurre, almeno in parte, questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni. La genesi dell’ora legale affonda le radici nel ‘700, nella mente di un genio poliedrico, Benjamin Franklin, scienziato, politico, inventore del parafulmine, delle lenti bifocali, ma anche insigne botanico che, sotto consiglio del collega francese Jacques Légal, pubblicò, il 26 aprile 1784, sul quotidiano francese Journal de Paris, il saggio intitolato “Un progetto economico per la riduzione del costo della Luce”… una sorta di scrigno contenente le sue riflessioni che teorizzavano l’adozione di un orario diverso che “inseguisse” il sole, quindi la luce, basate sul principio del risparmio energetico dei Paesi industrializzati. Purtroppo nessuno avvertì le evidenti e lungimiranti potenzialità dell’intervento dell’inventore del vecchio proverbio “Andare a letto e alzarsi presto, fanno l’uomo sano, ricco e saggio”; una soluzione che consentiva un risparmio del carbone, al tempo usato per alimentare le stufe, ma anche i macchinari a vapore delle industrie.
Il saggio non era affatto scritto in modo serioso e scientifico; anzi, al contrario, Franklin proponeva niente di meno una sveglia cittadina a colpi di canone e rintocchi di campane all’alba: così facendo, si sarebbero risparmiate candele poiché la gente sarebbe andata a letto prima. In realtà, la sua idea non era poi così tanto innovativa, dal momento che già nell’antica Roma, per aumentare le ore di lavoro, gli orologi ad acqua erano dotati di differenti tacche a seconda del periodo dell’anno, con una differenza massima di circa 75 minuti tra orari estivi e orari invernali. Oltre un secolo dopo, nel 1907, il costruttore inglese William Willet riprese l’idea di Franklin. “beneficiando” del mutato quadro storico e delle esigenze economiche provocate dalla Prima Guerra Mondiale. Fu così che, nel 1916, la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al BST (British Summer Time”), istituito tramite il Summer Time Act, che implicava lo spostamento delle lancette di un’ora in avanti durante l’estate in Gran Bretagna e molti Paesi, desiderosi di risparmiare energia in un periodo in cui le guerre la trasformavano in una risorsa preziosa, seguirono a ruota l’esempio britannico.
L’ora legale moderna è stata proposta per la prima volta in Nuova Zelanda dall’entomologo George Vernon Hudson, i cui turni di lavoro gli avevano permesso di usare il tempo libero per raccogliere insetti, ottenendo i suoi risultati dopo le ore diurne. Durante la Prima Guerra Mondiale, quasi tutti i Paesi coinvolti, adottarono questa modalità per via dei tagli richiesti: si poteva avere più carbone senza gravare ulteriormente sulla vita dei cittadini. La Germania fu la prima nazione ad adottare l’ora legale il 16 aprile 1916, mentre in Italia con le lancette si è giocato decisamente troppo dato che, fino al 1866, ad Unificazione avvenuta da ben 5 anni, ogni realtà locale aveva il suo fuso personale. In seguito, Umberto I optò per ben tre fusi orari: quello romano, valido per la Penisola, quelli di Palermo e Cagliari, validi per Sicilia e Sardegna. La situazione si regolarizzò solo nel 1893, quando, per facilitare la vita delle stazioni ferroviarie, è stato imposto un orario unico in tutto il Paese.
In Italia, l’introduzione dell’ora legale si deve al dlgs 631 del 25 maggio, entrato in vigore dal 3 giugno 1916 (fino al 30 settembre). Negli anni successivi, il suo inizio venne anticipato a marzo, nel 1920 venne abbandonata, ma dopo 20 anni, Mussolini, ritenendola necessaria, la reintrodusse. L’ora legale, dunque, tornò in auge in pieno periodo bellico, sino al 1948, quando venne nuovamente abolita. Proprio il 1948 fu l’anno in cui le lancette furono spostate in modo più anticipato della storia, sin dal 29 febbraio. L’adozione definitiva dell’ora legale risale al 1966, durante gli anni della crisi energetica: per i primi 13 anni fu stabilito che l’ora legale dovesse rimanere in vigore dal 22 maggio al 24 settembre; dal 1981 al 1995 si è deciso di tenerla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre, mentre nel 1996, in accordo con tutta la Comunità europea, si è fissata come data unica per il suo inizio l’ultima domenica di marzo sino all’ultima domenica di ottobre (l’ora solare, dunque, tornerà nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2014). Ma perché proprio le 3:00 come ora X? Perché la circolazione dei treni e degli altri mezzi pubblici è ridotta notevolmente, minimizzando i disagi rispetto agli orari giornalieri programmati.