Il gruppo di Alessandro Aiuti, con Luca Biasco e Serena Scala, ha analizzato le cellule di quattro pazienti trattati nel 1995
Da uno dei primi interventi al mondo di terapia genica condotto in Italia negli anni ’90 arrivano nuove armi contro tumori, in particolare contro le recidive, e contro infezioni da virus come l’Aids. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, si deve all’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (Tiget) di Milano. Il gruppo di Alessandro Aiuti, con Luca Biasco e Serena Scala, ha analizzato le cellule dei primi quattro pazienti trattati nel 1995, tre bambini e una bambina, tutti italiani e nati con la sindrome di Ada-Scid, un difetto genetico che ne aveva azzerato le difese immunitarie. Adesso hanno fra 18 e 28 anni, stanno bene e nel loro sangue sono ancora presenti le cellule immunitarie modificate geneticamente, in grado di riconoscere e aggredire i ‘nemici’. ”Le stesse cellule possono essere modificate per attaccare i tumori”, ha osservato Aiuti. ”Possono cioe’ dare una risposta immediata, come e’ gia’ stato dimostrato, e possono darla per molti anni. Vale a dire – ha spiegato – che permettono di controllare la malattia ed eventuali recidive”. Queste cellule dalla memoria lunga ”sono in grado di sopravvivere nell’uomo per decenni senza generare eventi avversi – ha osservato Biasco – e in piu’ sono in grado di fornire una riserva di cellule contro agenti patogeni. Questo promette di avere un impatto diretto sulle terapie che si stanno sviluppando adesso. Dalla terapia genica pionieristica degli anni ’90 arriva oggi supporto a terapie innovative”.