Storici, astronomi, cronisti, monaci, fino ai semplici curiosi, diversi per epoca in cui vissero, per ceto sociale, per cultura e mentalità, hanno tentano di annotare, più o meno dettagliatamente, il suggestivo fenomeno delle eclissi. Fra le rovine della città di Babilonia, circa un secolo fa, furono rivenute registrazioni incise su tavolette di argilla a caratteri cuneiformi.
Gli astronomi babilonesi non giunsero a capire le vere cause delle eclissi, ma forse le appresero dai Greci durante il periodo ellenistico a Babilonia. Dalle loro dettagliatissime e precise osservazioni, si ha notizia di circa 50 eclissi lunari, mentre quelle solari sono solamente una decina. Si hanno più di cento registrazioni cinesi diverse, i cui manoscritti originali sono andati perduti. Originariamente, infatti, erano annotate su ossa o canne di bambù e, solo successivamente , su carta; pertanto ci si deve accontentare di riassunti stampati in trattati di astronomia speciali inseriti nelle storie ufficiali delle varie dinastie. La vera spiegazione delle eclissi, però, fu compresa dai Cinesi solo intorno al I secolo d.C.; cioè 5 secoli dopo rispetto al greco Anassagora.
Gli Egizi osservavano attentamente gli eventi celesti ma, nonostante ciò, in tutti i reperti storici riguardanti l’antico Egitto, non è mai stato ritrovato alcun riferimento alle eclissi, né solari, né lunari. Forse l’immagine di questo fenomeno astronomico è stata tramandata in forma simbolica ed alcuni storici hanno notato che potrebbe esistere un’analogia tra i pennacchi delle eclissi e le ali simboliche del dio del Sole egizio; una rappresentazione che compare spesso all’ingresso delle tombe e dei templi, forse per raffigurare la vittoria della luce sull’oscurità. Talvolta questa immagine include anche due teste di serpente e i corni di capra, anch’essi simboli del sole. Per quanto concerne i Maya, nel Codice di Dresda esistono alcune tavole riguardanti la previsione delle eclissi. Si narra che il mitico imperatore cinese Chung Kang, nel II millennio a.C., osservò il fenomeno della progressiva riduzione del disco solare ad una falce sottile. Nel suo immaginario, il sovrano concluse che il sole era stato attaccato da dragoni famelici e tale evento divenne presagio di sciagure. Gli astronomi di corte, Hsi e Ho, furono messi a morte per non aver previsto il fenomeno, difendendo l’imperatore con frecce scagliate in cielo e tamburi colpiti freneticamente per far spaventare e fuggire i presunti draghi.
Lo storico greco Erodoto, invece, narrò l’eclissi totale di sole avvenuta il 28 maggio del 585 a.C. in Medio Oriente, poco prima del tramonto, mentre era in corso una sanguinosa battaglia tra le forze del re dei Lidi, Aliatte, e quelle del re dei Medi Ciassare. Le due schiere di combattenti si allarmarono talmente tanto per quella improvvisa oscurità, da interpretarla come espressione della volontà divina, affrettandosi a concludere una pace durevole, sigillata da alleanze matrimoniali tra i nobili dei due popoli. Facendo un grosso salto avanti nel tempo, dai diari di Cristoforo Colombo veniamo a conoscenza che nel 1503, dopo l’esplorazione per mesi delle coste dell’America Centrale, egli approdò con le sue due ultime navi nell’odierna isola di Giamaica. Gli isolani, a causa della cattiva condotta dei marinai, decisero di non procurare più abbondante cibo come agli inizi della loro permanenza. Colombo stesso, consultando il suo almanacco degli effemeridi, scoprì che il 29 febbraio 1504 ci sarebbe stata un’eclissi totale di luna e, facendo leva sulla natura superstiziosa degli isolani, li avvertì che se non avessero portato da mangiare ai suoi uomini, le tenebre avrebbero inghiottito la luna.
Ma gli isolani ignorarono tale avvertimento. In effetti, l’eclissi avvenne e gli abitanti dell’isola, tra grida e spaventosi lamenti, arrivarono di corsa alle navi, da ogni destinazione, con enormi carichi di provviste, credendo che Colombo avesse compiuto una grande magia; in realtà solo frutto della loro forte superstizione. Tanti i miti riguardanti l’affascinante fenomeno delle eclissi: se sino al secolo scorso in Cina, la Marina imperiale usava sparare con le proprie armi da cerimonia durante un’eclissi per scacciare simbolicamente il drago invisibile; in India la gente si immergeva fino alle ginocchia nell’acqua di un fiume, credendo che questo rituale avrebbe aiutato luna e sole a difendersi dal drago. In Giappone, invece, durante l’eclissi, si ricoprivano i pozzi per evitare che venissero contaminati col veleno proveniente dal “cielo scuro”. Non mancano le credenze più ottimiste: a Tahiti, ad esempio, le eclissi erano interpretate come il congiungimento amoroso del sole e delle luna e, ancora oggi, alcune tribù eschimesi e artiche, credono che esse siano un segno della benevolenza divina: sole e luna lasciano temporaneamente il proprio posto in cielo per controllare che sulla terra vada tutto bene.
Le eclissi solari rappresentano, forse, il fenomeno astronomico più spettacolare e suggestivo cui si possa assistere. Conseguentemente all’improvvisa oscurità, la temperatura tende a raffreddarsi per assenza di irraggiamento solare, mentre una brezza costante si fa strada durante la fase di totalità notturna (è il cosiddetto vento dell’eclissi). Inoltre, il calo della luce altera i comportamenti degli animali: quelli notturni escono dalle loro tane mentre molti altri vanno a riposare. Il suggestivo fenomeno delle eclissi solari è stato un fondamentale aiuto naturale nello studio della fisica del sole, nella misura del rallentamento della rotazione terrestre, nella verifica della Relatività Generale. Esso è servito a scoprire e studiare l’esistenza delle protuberanze, la conformazione e l’evoluzione della corona solare e di molte altre fondamentali strutture della nostra stella.