“Le istituzioni accademiche dovrebbero educare i propri componenti a riconoscere i problemi che le donne affrontano nel mondo scientifico e nella medicina”
Per iniziare a colmare il gap di genere che affligge i laboratori di tutto il mondo, dove secondo l’Unesco appena il 30% dei ricercatori e’ donna, servono sette ‘passi’ fondamentali, dagli incentivi economici a uelli ‘culturali. A individuarli e’ stata la Initiative on Women in Science and Engineering Working Group, un gruppo di ricercatori e ricercatrici, che li hanno descritti su Cell Stem Cell. Nell’articolo, firmato anche dall’italiana Paola Arlotta, che dirige un laboratorio sulle staminali all’universita’ di Harvard, le azioni richieste iniziano da un maggiore supporto finanziario, realizzabile dando la possibilita’ ai ricercatori di spendere una parte dei finanziamenti per la cura della famiglia e permettendo l’assunzione di ‘mani extra’ nei laboratori che possano portare avanti gli studi senza interruzioni. Accanto al supporto finanziario, spiega l’articolo, serve anche quello ‘psicologico e culturale’. I comitati che revisionano le ricerche dovrebbero avere una parita’ di genere nei componenti, e i bandi per i finanziamenti contenere delle precise norme contro il ‘sessismo occulto’. ”Le istituzioni accademiche – aggiungono le autrici dello studio – dovrebbero educare i propri componenti a riconoscere i problemi che le donne affrontano nel mondo scientifico e nella medicina”. A completare le iniziative da prendere suggerite ci sono la compilazione da parte di istituzioni ed enti di ricerca di ‘report sulla parita’ di genere’ e la preparazione di database di donne ricercatrici.