Vale purtroppo per tutti i settori scientifici, dalla sismologia allo studio dell’atmosfera, alla biologia
Le donne sono le grandi assenti dai vertici della ricerca in Italia, nonostante molte ricercatrici italiane siano esempi di eccellenza riconosciuti a livello internazionale. Vale purtroppo per tutti i settori scientifici, dalla sismologia allo studio dell’atmosfera, alla biologia. Lo dicono le statistiche internazionali e lo hanno detto oggi a Roma le ricercatrici che hanno partecipato al corso ‘Donne e scienza’, organizzato dall’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). ”Non e’ vero, come spesso si sente dire, che una donna con famiglia sia meno disponibile di uomo sul lavoro, e’ vero invece che in molti casi venga esclusa a priori”,ha detto Tiziana Sgroi, dell’Ingv, una delle due italiane fra le 200 eccellenze della ricerca in oceanografia. La sua biografia e’ infatti stata pubblicata quest’anno in ‘Women in Oceanography, a Decade Later”, la raccolta delle biografie delle migliori ricercatrici del settore a livello internazionale pubblicata dalla rivista Oceanography a 10 anni dal primo volume. Accanto alla biografia di Tiziana Sgroi, quella della collega Sara Pensieri, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). E’ un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, quindi, quella di Tiziana Sgroi, che per il sistema italiano della ricerca e’ una precaria da 16 anni. Ha partecipato a numerose campagne oceanografiche nel Mediterraneo, soprattutto nel Tirreno e nello Ionio, per studiare l’origine dei terremoti che avvengono in mare. Una passione nata nella sua Catania: ”vivendo alla base dell’Etna e di fronte al mare, vicino alle strutture che hanno scatenato alcuni dei terremoti piu’ violenti avvenuti in Italia, e’ stato naturale cercare di capire come funzionano le cose”, ha spiegato la ricercatrice. Quello che l’ha colpita di piu’ quando e’ stata invitata a scrivere la sua biografia da Oceanography e’ stato l’essere ”trattata alla pari, con una sincera cordialita”’. Un atteggiamento purtroppo piu’ raro nel sistema italiano della ricerca. ”Ci sono ancora tante cose da fare per le ricercatrici in Italia. Ad esempio – osserva Tiziana Sgroi – bisognerebbe avere una maggiore attenzione alla politica sociale relativa all’inserimento e alle possibilita’ di carriera delle donne nel mondo accademico e scientifico”. Per farlo, pero’, ci sono ancora tanti pregiudizi da abbattere. ”Troppe volte – osserva – sentiamo dire che le donne pensano alla famiglia, mentre si sa che sanno lavorare in multitasking. Essere madre – conclude – non deve essere una discriminante. Purtroppo la societa’ maschile non si rende conto che pensare al lavoro anche emotivamente e’ in realta’ un arricchimento”.