Diminuisce il numero degli studenti che giocano, grazie agli interventi di sensibilizzazione nelle scuole superiori
“Sono risultati molto positivi”, sottolinea Sabrina Molinaro, dell’Ifc-Cnr, responsabile dello studio, “merito da attribuire almeno in parte agli interventi di educazione al gioco e prevenzione della dipendenza da gioco portati avanti nelle scuole superiori. Gli istituti scolastici che hanno attuato interventi su questo specifico tema sono infatti aumentati dal 4% del 2008 all’8% nel 2011 e al 16% nel 2014. Ed è ancora più importante come all’aumentare della prevenzione corrisponda una diminuzione dei giovani giocatori problematici e soprattutto a rischio, a vantaggio della quota di cosiddetti giocatori sociali per i quali il gioco non ha assunto tale valenza”.
Secondo lo studio sono più attratti i maschi che le coetanee (49% vs 30%), con prevalenze che crescono in corrispondenza dell’età: scommettono soldi soprattutto i maggiorenni (43% tra i 18enni e 46% tra i 19enni), anche se ha giocato d’azzardo quasi un terzo dei 15enni, nonostante la legge italiana lo vieti ai minorenni.
In testa si collocano i ‘gratta e vinci’ (71%), in diminuzione rispetto al 2012 quando a preferirli era il 77%. “Attualmente sono ben 60 le tipologie, diversificate per prezzo e tipo di vincita, disponibili nei posti più comuni e frequentati anche dai ragazzi, come i bar, gli autogrill, i supermercati o i distributori automatici installati presso i centri commerciali”, spiega Molinaro. “In ordine di preferenza, seguono scommesse sportive (49%), bingo e la tombola (33%) e totocalcio (28%). Non mancano coloro che giocano a carte (24%) e al video poker o slot (14%). Circa tre quarti dei giovani ha speso non più di 10 euro nel mese antecedente lo svolgimento dello studio, mentre il 18% ha speso tra gli 11 e i 50 euro e l’8% oltre 50 euro”.
Dov’è possibile giocare? In generale, vanno per la maggiore bar/tabaccherie (44%), sale scommesse (29%): il 41% di tutti gli studenti italiani abita a meno di 5 minuti a piedi da un luogo dove è possibile giocare, così come il 37% frequenta una scuola altrettanto prossima. Ma ben il 35% gioca d’azzardo a casa propria o di amici e il 17% on-line: nel 2013, erano il 9%. “Si deve prestare particolare attenzione a questa ultima modalità più a rischio”, osserva Sabrina Molinaro, “il gioco praticato in solitudine e in alcuni casi utilizzando un’identità falsa e una moneta virtuale, senza il controllo dei genitori, né vincoli di orario, di spazio o di tempo”.
Ma in che cosa si distinguono i giovani giocatori problematici? “Innanzitutto per le tipologie di gioco. Preferiscono in particolare scommesse sportive (83%), totocalcio (54%) ma anche scommettere su altri eventi (50%), giocando a carte (49%), a poker texano (48%) e al Lotto/Superenalotto (39%). E sono proprio i giochi a vincita immediata i preferiti dai giocatori problematici rispetto a quelli sociali, quali Lotto Istantaneo (40 vs 12%) e VLT (45 vs 10%)”, spiega Molinaro. “I problematici, inoltre, preferiscono frequentare sale scommesse (51%), sale giochi (30%), bingo (13%) e casinò (10%) e ben il 53% gioca on-line. Altro aspetto che contraddistingue i giocatori problematici è, ovviamente, la spesa sostenuta: nel mese precedente lo svolgimento dello studio, uno ogni 4 ha speso oltre 50 euro, cifra spesa dall’1% dei giocatori sociali. Una cifra importante considerata sia l’età sia soprattutto che l’occupazione principale di questi giovani è quella di essere studenti”.