Il giorno dopo il disastro, non esiste ancora una lista dei passeggeri definitiva: nel senso di un elenco in grado di fornire dati basilari come la nazionalita’ di provenienza di chi ieri ha perso la vita nell’aereo precipitato fra le Alpi. E’ l’effetto di Schengen, spiegano a Berlino. L’incertezza di funzionari diplomatici e addetti della compagnia aerea che, a riguardo, brancolano nel buio salta agli occhi: allo stato esiste un elenco, ricostruito faticosamente, che individua 16 nazionalita’ (altre fonti ne indicano 18) in un quadro ancora “provvisorio”. Ma come e’ possibile che in un momento di emergenza come quello attuale, in cui la mina del terrorismo ha inasprito i controlli, una compagnia di volo non sia in grado di fornire i dati fondamentali di chi ha viaggiato a bordo di un suo aereo? “Sul 10 per cento delle vittime non vi e’ ancora certezza”, ha detto stamani a Berlino il portavoce del ministero degli Esteri tedesco Martin Schaefer, rispondendo in conferenza stampa. “In un aereo che viaggia nell’area Schengen non e’ affatto facile sapere quale sia la provenienza dei passeggeri – ha continuato – e questo per il semplice fatto che nell’aerea Schengen non ci sono piu’ controlli dei passaporti, e non vi e’ piu’ l’obbligo di presentare documenti che chiariscano quale sia il paese di origine”. L’unita’ di crisi istituita nel ministero tedesco si occupa di fare chiarezza sui dati ancora incerti.