La Luna grande protagonista di marzo 2015: eclissi, “SuperLuna” e Luna Nuova tra scienza, leggende e antiche credenze

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La luna, bella e misteriosa, affascina l’uomo sin dall’inizio dei tempi

Tra le tante sorprese che il mese di marzo ci riserva, troviamo la luna nuova che si verificherà precisamente il 20 marzo alle ore 10:38:39, proprio in concomitanza con l’eclissi di cui abbiamo già ampiamente parlato. La luna, bella e misteriosa, affascina l’uomo sin dall’inizio dei tempi. Nella regolarità del suo crescere e calare, egli ha cercato di scorgere influssi, significati, segnali divini. Darwin nella sua “Origine dell’uomo” afferma: “L’uomo, come le belve e persino gli uccelli, è soggetto a quella misteriosa legge per la quale certi processi normali quali la gravidanza, la crescita delle piante, la maturazione dei frutti e il decorso delle malattie, dipendono da periodi lunari”. L’intero ciclo delle fasi lunari (intervallo di tempo compreso fra 2 fasi uguali) come noto, dura circa 29,5 giorni e viene anche chiamato periodo sinodico o lunazione.

Esso si compone di 4 fasi principali, separate, a loro volta, da altrettanti momenti intermedi: LUNA NUOVA: la luna si trova nella stessa direzione del sole (congiunzione) e perciò tramonta e sorge con esso. Non è visibile, essendo occultata dall’intensa luce solare, anche se nei giorni immediatamente precedenti o seguenti, quando essa mostra un’esile falce, è debolmente illuminata dalla luce cinerea, ossia dai raggi solari riflessi dal nostro pianeta; LUNA CRESCENTE: la luna mostra un disco parzialmente illuminato per meno della metà che è rivolto verso ovest; PRIMO QUARTO: a 90° dal sole verso est (quadratura), la luna sorge e tramonta 6 ore dopo di esso, mostrando mezzo emisfero illuminato che si trova rivolto verso ovest. L’età è di 7,4 giorni. GIBBOSA CRESCENTE: la porzione di disco illuminato ammonta ad oltre la metà; LUNA PIENA: dalla parte opposta al sole (opposizione), la luna è completamente illuminata. Sorge e tramonta in maniera opposta al sole, ossia con una differenza di 12 ore (180°) ed ha un’età di 14,7 giorni. GIBBOSA CALANTE: il disco lunare appare illuminato per oltre la metà ma in fase decrescente. ULTIMO QUARTO: il nostro satellite sta per completare il giro, si trova infatti nuovamente a 90° dal sole ma questa volta verso ovest, per cui sorge e tramonta 6 ore prima. L’emisfero illuminato volge ad est ed ha un’età pari a 22,1 giorni. LUNA CALANTE: la frazione illuminata del disco lunare continua a decrescere, mostrando ancora una piccola parte che si trova rivolta verso est.

Da sempre l’uomo è vissuto in costante armonia con i molteplici ritmi della luna e sono numerose le consuetudini che la vedono protagonista: secondo la tradizione contadina e l’esperienza secolare dei nostri anziani, la luna crescente (gobba a ponente) favorirebbe lo sviluppo delle piante, mentre quella calante (gobba a levante) determinerebbe l’effetto contrario. Gli alberi sembrerebbero svilupparsi maggiormente se nati o trapiantati in luna crescente e questa regola varrebbe per la maggior parte delle semine degli orti.  In luna calante, invece, sarebbe preferibile effettuare qualsiasi potatura agli alberi da frutto o agli innesti, poiché in questo periodo la vita delle piante è rallentata, correndo meno pericoli. Sempre in luna calante, la tradizione consiglia la concimazione che, in questa fase mensile, sarebbe meno pericolosa per le falde freatiche e le acque sottostanti.

Ma gli influssi della luna sembrano davvero non finire qui: ancora oggi i boscaioli del Tirolo fanno attenzione al momento del taglio degli alberi, sostenendo che quelli che non crescono più o sono malati possono essere trattati con successo se si taglia la loro cima in luna calante, meglio in luna nuova. Addirittura, se si vuole che il legno arda bene, è consigliabile tagliarlo a ottobre, nel primo quarto di luna crescente. Alcuni costruttori hanno scoperto che i sentieri di campagna costruiti o ricoperti di ghiaia e le piastre di passaggio nei giardini sono molto più durevoli nel tempo se posti in luna calante. Lo stesso discorso vale per la recinzione dei giardini e degli orti (la luna calante fisserebbe meglio i chiodi). Persino i lavori domestici e le grandi pulizie, se effettuati seguendo i ritmi della luna, sarebbero più leggeri, piacevoli ed ecologici. Secondo due studiosi , famosi in tutta Europa per le loro ricerche sulla luna, Johanna Paungger e Thomas Poppe, tutti i lavori domestici possono essere svolti con successo e senza fatica in luna calante, anche usando ¼ del detersivo previsto. Oltre a lavare più facilmente mobili, pavimenti, biancheria, finestre e scarpe con pulito più duraturo; anche i colori, in caso di dipinti o laccati, si asciugherebbero in modo più uniforme.

In passato molte patologie venivano associate agli influssi lunari. Uno degli esempi più noti è quello dell’epilessia, chiamata “mal della luna”. Ancora oggi, nel linguaggio attuale, si trovano retaggi di queste antiche credenze: un tipo volubile, ad esempio, è detto “lunatico ”ed il cattivo umore viene indicato come “luna storta”. Molto discussa è anche la relazione intercorrente tra gravidanza e cicli lunari. La luna è il solo corpo celeste che vediamo mutare ciclicamente: essa nasce, cresce e muore; caratteristiche, queste, molto più vicine ad un organismo vivente che ad un corpo celeste. Per pura casualità, la durata del ciclo mestruale medio di una donna corrisponde esattamente al un ciclo lunare per cui questi elementi, da soli, sono stati sufficienti ad alimentare il nesso fertilità/cicli lunari; addirittura espandendo le credenze a tutto ciò che spunta, cresce, nasce o si sviluppa (capelli, piante, unghie, fiori, funghi). La regola generale è che tutto ciò che cresce o si sviluppa deve essere fatto a luna crescente; mentre tutto quel che muore o deve essere rallentato si realizza meglio a luna decrescente. Si narra che l’imperatore Tiberio, temendo la calvizie, si faceva accorciare i capelli subito dopo la luna nuova; che gli indiani d’America seminavano mais solo durante la luna crescente e che i medici medievali consigliavano di eseguire dei salassi a luna crescente in modo che il sangue potesse rinnovarsi con maggior vigore.

Tante le leggende che la luna ha alimentato nel corso dei secoli: una leggenda indiana, ad esempio, racconta che in una calda notte di luglio di tanto tempo fa, un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso mentre in cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto si nascondeva dietro soffici nuvole o danzava armoniosamente con esse. Gli ululati, dettati dalla disperazione per la perdita del lupacchiotto più piccolo della sua cucciolata, giunsero sino alla luna che cominciò a gonfiarsi fino a diventare una palla luminosissima, consentendo al lupo di ritrovare, con la sua luce, il suo cucciolo infreddolito e impaurito, salvandolo sull’orlo di un precipizio. Forse per premiare la bontà della luna, le fate del bosco le fecero un bellissimo regalo: quello di farla diventare grossa, tonda e luminosissima ogni 30 giorni in modo che i cuccioli di tutto il mondo possano ammirarla in tutto il suo splendore, ululando con gioia, rivolti verso essa.

Nella civiltà mesopotamica si parlava di un dio lunare: Sin, che divenne più tardi Nannar, la cui sposa si chiamava Ningal. Esiste anche una divinità ittita, presente sin dalla prima metà del II millennio a.C., il cui nome, Arinna, significa “Madre-Sole” e il cui sposo era Menesis, la luna. In Egitto, la falce lunare era a volte considerata come la barca di Ra. In alcune rappresentazioni, Khonsu, dio lunare egizio, il cui nome significa “l’errante” o “il viaggiatore”, era raffigurato, a volte , come un fanciullo coperto da un sudario o, più spesso, come un uomo con una testa di falco, coronato da una falce di luna che regge il disco solare. Khonsu era una divinità maschile. Secondo gli Egizi, il sole e la luna non formavano una coppia divina ma, secondo la teologia tebana, esisteva comunque un legame di parentela tra Ra e Khonsu. I sacerdoti di Tebe ritenevano che il dio lunare egizio fosse figlio del sole e della terra-madre. In Grecia troviamo Selene, personificazione della luna, l’astro della notte, il cui nome deriva da “selas”, che significa “chiarore brillante”. Secondo il mito greco più ricorrente, era figlia di Iperione, “colui che abita in alto o al di sopra della terra”; un titano, lui stesso figlio di Urano, il cielo, e di Gea, la terra. Tuttavia, un altro mito narra che Selene fosse la figlia di Helios, cioè del sole. Ma in Grecia esiste un’altra grande figura lunare: Era, la Protettrice, la dea principale del Pantheon delle divinità greche, cioè l’Olimpo, sorella e sposa gelosa di Zeus, figlia di Cronos, il tempo, e di Rea, intesa non come pianeta terra ma come la superficie solida e coltivabile della terra. Al di là delle infinite leggende, divinità e credenze, la luna, definita da Pindaro “occhio della notte” e da Orazio “regina del silenzio”, oltre che, secondo altri, come regina delle maree, dei cicli marini e dei semi, da tempi immemori affascina, ammalia, stupisce, fa riflettere e fantasticare.

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