Circa il 2% della popolazione del Regno Unito soffre di disturbo bipolare, e fino al 60% di questi pazienti assume cannabis
L’uso di cannabis può acuire i sintomi del disturbo bipolare. Lo rivela il primo studio portato avanti nel contesto della vita quotidiana di persone affette da questa malattia. Gli scienziati del Centro per la ricerca sulla Salute mentale della Lancaster University, insieme a colleghi dell’università di Manchester, spiegano sulla rivista ‘Plos One’ che l’utilizzo di questa droga è legato, dunque, a un aumento sia dei sintomi maniacali che depressivi tipici della grave patologia psichiatrica. Circa il 2% della popolazione del Regno Unito soffre di disturbo bipolare, e fino al 60% di questi pazienti assume cannabis a un certo punto della propria vita. Ma la ricerca in questo settore è stata finora limitata, così come sono poco chiare le ragioni che portano questi pazienti a un alto impiego di cannabis. Fra le teorie, quella del tentativo di ‘automedicare’ il problema. Lo studio ha quindi esaminato un gruppo di persone con diagnosi di disturbo bipolare, ma che non avevano vissuto un episodio depressivo o maniacale durante i 6 giorni precedenti la ricerca. Ogni partecipante ha completato un diario sul proprio stato emotivo e sul consumo di droga. Lo studio ha rilevato che le probabilità di uso di cannabis aumentano quando i pazienti sono di buon umore. Ma il consumo di spinelli è stato anche associato a un aumento della positività, dei sintomi maniacali così come, paradossalmente, di quelli depressivi, ma non negli stessi individui. E dagli appunti dei pazienti, comunque, non emerge la necessità di fumare cannabis per sedare i sintomi, al contrario: molti ne temono l’effetto. Elizabeth Tyler, che ha guidato la ricerca, spiega: “I risultati suggeriscono quindi che la cannabis non viene utilizzata per auto-indurre piccoli cambiamenti nei sintomi nel contesto della vita quotidiana. Tuttavia, utilizzarla può essere associato con stati emotivi positivi e negativi. Dobbiamo scoprire gli effetti a lungo termine e quanto ciò potrebbe avere un impatto sulla vita di una persona di disturbo bipolare”.