“Prima quindi di pensare di avere in mano una soluzione al difficile problema della scarsità di cuori da trapiantare, sarebbe più corretto aspettare di leggere la descrizione della procedura su una rivista scientifica”
“Ipoteticamente si puo’ pensare di trapiantare il cuore di un cadavere solo se l’organo viene prelevato nel giro di 10-15 minuti dopo che ha smesso di funzionare. Questo significa che l’equipe medica deve essere presente al momento della morte del donatore, un’evenienza non cosi’ comune da pensare di poter accorciare significativamente le liste d’attesa”. E cosi’ che Francesco Musumeci, primario di Cardiochirurgia dell’Ospedale San Camillo di Roma, ha commentato all’AGI l’annuncio del primo trapianto in Europa di un cuore “morto”, avvenuto nel Regno Unito. “Un cuore non puo’ piu’ essere trapiantato senza perfusione di sangue per piu’ di 15 minuti. Ritengo che sia piu’ probabile che i medici britannici abbiano prelevato subito l’organo dal paziente deceduto per poi trattarlo opportunamente fino al suo trapianto”, ha spiegato Musumeci. “Sarebbe sicuramente la prima volta che viene eseguita una procedura simile sul cuore. Lo si fa – ha continuato – per altri organi, come il rene, che hanno una durata maggiore, ma non e’ mai stato fatto per un cuore”. Tuttavia Musumeci invita alla cautela. “Per fare una valutazione piu’ corretta e onesta dell’intervento dovremmo avere tutte le informazioni necessarie”, ha precisato. “Prima quindi di pensare di avere in mano una soluzione al difficile problema della scarsita’ di cuori da trapiantare, sarebbe piu’ corretto aspettare di leggere la descrizione della procedura su una rivista scientifica”, ha concluso.