L’arrivo dell’equinozio di primavera stuzzica l’interesse e la curiosità di alcuni tra i più grandi misteri della nostra storia
Equinozi e solstizi ci rimandano a siti archeologici misteriosi, noti in tutto il mondo: uno di questi è “El Castillo” , la grande piramide maya-tolteca dedicata al re-eroe Kukulkan, che domina il centro cerimoniale di Chichén Itzà. Essa, con una base di 55 metri per lato ed un’altezza di 30 metri, presenta 4 scalinate con parapetti ornati da lunghissimi serpenti piumati, le cui fauci si aprono nel piazzale sottostante, mentre le colonne del tempio sono serpenti a sonagli, la cui coda sostiene un architrave.
Durante l’equinozio di primavera, le ombre che si riproducono al tramonto danno vita ad uno strano effetto ottico e sembra di vedere un serpente piumato muoversi sulla scalinata della piramide. Accanto a questa percezione visiva se ne affianca un’altra, molto affascinante, relativa agli effetti acustici: il suono proveniente proprio dalla scala della piramide, udibile dal visitatore ogni volta che egli batte le mani su invito delle guide. Il fenomeno rimane ancora inspiegabile: forse i Maya hanno concepito questo effetto sonoro per imitare l’Uccello Sacro (Quetzal) o anche per simulare il gemito spettrale degli uomini che venivano sacrificati in quel luogo.
A circa 13 km da Salisbury e a 3 km dalla cittadina di Amesbury, immerso nella verdeggiante pianura dello Wiltshire, si trova il complesso megalitico di Stonehenge, aggiunto alla lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco nel 1986, che si presenta agli occhi del visitatore come un cerchio di enormi pietre, allineate seguendo i punti solstiziali ed equinoziali. In base a questa disposizione, si pensa che il sito megalitico sia servito, in età remota, da osservatorio astronomico anche se le tesi in merito al suo utilizzo restano ancora oggi oggetto di discussione da parte di diversi studiosi. Stonehenge è associato con la leggenda di Re Artù. Goffredo di Monmouth disse che il mago Merlino diresse la sua rimozione dall’Irlanda, dove era stato costruito sul Monte Killaraus, da Giganti che portarono le pietre dall’Africa.
Dopo essere stato ricostruito vicino ad Amesbury, Goffredo narra come, prima Uther Pendragon, e poi Costantino III, vennero seppelliti all’interno dell’anello di pietre. In molti punti della sua Historia Regum Britanniae Goffredo mischia la leggenda britannica con la sua immaginazione; è intrigante il fatto che colleghi Ambrosio Aureliano con questo monumento preistorico, portando come prova la connessione tra “Ambrosius” e la vicina “Amesbury”. Stonehenge è meta, ogni anno, del turismo di massa ma anche di molti seguaci del Celtismo e di altre regioni neopagane. Non vanno trascurate, in tal senso, le sue possibili origini, che sarebbero state fatte risalire ai Druidi, sacerdoti cui spettava l’interpretazione degli auspici, la conservazione e la trasmissione del sapere nonché l’amministrazione della giustizia. Proprio i Druidi usavano Stonehenge come luogo di culto ed era proprio lì che si riunivano a pregare.