Arica è spesso definita come il posto più asciutto della terra, ma secondo i residenti le cose stanno cambiando. In città, ha precisato Sepulveda, sono aumentate le precipitazioni e l’umidità. Anche l’esperto Christopher Burt ha scritto di Arica nel 2013, notando che, nonostante sia famosa per la sua siccità, i rilevamenti meteo dal 1971 al 2000 suggeriscono che c’è più umidità rispetto al solito. Tuttavia, secondo Ralph Mitchell, microbiologo di Harvard che ha collaborato con i ricercatori cileni per capire cosa stia succedendo alle mummie, questo potrebbe non essere definitivamente appuntabile al cambiamento climatico globale causato dall’uomo. Ma è comunque un cambiamento. Il cambiamento climatico potrebbe distruggere le mummie più antiche del mondo. Migliaia di anni fa, un gruppo chiamato Chinchorro viveva lungo le coste tra il nord del Cile ed il sud del Perù e si distinguevano per le loro pratiche di sepoltura: mummificavano i morti, molto prima degli antichi egizi. I Chinchorro – le cui le mummie sono quindi le più antiche del mondo e la prima delle quali è stata scoperta nel deserto di Atacama nel 1917 – come ha spiegato l’esperto Bernardo Arriaza riservavano a chiunque nella comunità “senza distinzione di età o di status, questo rito sacro”. Dal secolo scorso sono state dissotterrate centinaia di mummie e molte altre vengono trovate regolarmente. Ma ultimamente è sorto un problema. I campioni – più di 100 sono tenuti in un museo dell’Università di Tarapaca a Arica, in Cile – hanno iniziato a degradarsi. “La variazione del tessuto si riflette nella comparsa di macchie scure e luminose” ha spiegato Marcela Sepulveda, archeologa dell’Università di Tarapaca. Al chiuso, ha raccontato l’esperta, il cambiamento è stato lento, ma all’aperto le mummie vengono scoperte già danneggiate. Si presume che il motivo di questo sia il cambiamento climatico.