Il promontorio anticiclonico dinamico che nei giorni scorsi si è posizionato sulla penisola Scandinava ha portato la prima significativa “scaldata” primaverile fra Norvegia e Svezia, dove i termometri hanno toccato picchi di +17°C +18°C. In particolare in Svezia l’aria molto mite in risalita dalle latitudini sub-tropicali atlantiche ha fatto schizzare la colonnina di mercurio oltre il muro dei +18.7°C a Oskashamn, mentre nella capitale Stoccolma la massima ha raggiunto i +15.8°C. Si tratta di valori davvero molto notevoli per il mese di Marzo. Difatti non si hanno precedenti nella storia per questo periodo dell’anno sia per tutta la Svezia che per la capitale Stoccolma, almeno dall’inizio delle rilevazioni (in Svezia partite sin dal 1756).
In altre località svedesi le temperature hanno varcato i +15°C +16°C, grazie anche all’apporto del soleggiamento diurno sempre più intenso e alle “Subsidenze atmosferiche“ (indotte dai massimi di geopotenziale in quota) che hanno compresso le masse d’aria verso i bassi strati, scaldandole ulteriormente. Ma questo temporaneo anticipo di primavera è destinato a durare poco, causa l’affondo dall’Artico norvegese di masse d’aria fredde, d’estrazione polare marittima, che si verseranno fra Norvegia, Svezia e Golfo di Botnia.
La presenza, fra le isole Svalbard e la Novaja Zemlja, di una vasta e profonda circolazione depressionaria, interamente riempita di aria molto fredda artica marittima (legata al vortice polare) tenderà a sospingere verso il nord della Scandinavia e la Lapponia un flusso di moderate e fredde correnti da NO e N-NO, che dalle Svalbard, dopo aver attraversato il mare di Barents (umidificandosi nei bassi strati), si dirigeranno verso il Finnmarks, la Lapponia, la Finlandia, l’area del golfo di Botnia, la penisola di Kola ed il nord-ovest della Russia europea. Lo sfondamento delle fredde correnti artiche da NO determinerà, come primo effetto, un intenso calo termico dal Finnmarks alla Lapponia, passando anche per il nord della Finlandia e il nord-ovest della Russia europea, con il sempre più probabile ritorno di nevicate fino al piano. Le nevicate, seppur a carattere occasionale, dovrebbero lasciare accumuli sul Finnmarks e nel nord della Lapponia, data la particolare esposizione alle fredde e umide correnti da NO.
Le stesse scaldandosi sensibilmente nei bassi strati, durante il passaggio sopra le più tiepide acque superficiali del mare di Barents e dell’alto mar di Norvegia, tendono ad instabilizzarsi, visto il notevole incremento del “gradiente termico verticale”, indotto dal fatto che in quota le masse d’aria manterranno le loro origini gelide. Questi contrasti termici lungo la colonna d’aria potranno dare innesco allo sviluppo di nubi cumuliformi (cumulonembi in aria fredda), capaci di dare luogo a brevi rovesci e locali precipitazioni, a carattere nevoso fino a bassissima quota, se non sulle coste della Norvegia centro-settentrionale. Gli effetti di questa avvezione fredda si dovrebbero avvertire maggiormente nei bassi strati, con temperature che torneranno su cifre negative fra Lapponia e il nord della Carelia, con il sopraggiungere della fredda ventilazione dai quadranti nord-occidentali.
Da domani questa avvezione fredda tenderà a spostarsi sul nord della Finlandia e della Russia europea, riportando un po’ di freddo fin verso l’area degli Urali settentrionali. Nel corso della settimana però l’ulteriore rafforzamento del promontorio anticiclonico russo-scandinavo, che addirittura rischia di presentare massimi barici davvero sorprendenti (proprio perché si tratta di un anticiclone dinamico), prossimi ai 1050 hpa sull’ovest della Russia europea e valori di geopotenzsiale di ben 588 Dam alla superficie isobarica di 500 hpa, rischia di deflettere verso nord il ramo principale del “getto polare” che entra dall’Atlantico. Ciò provocherà un drastica risalita di latitudine del flusso perturbato principale (zonale) che entro il weekend si troverà a scorrere a latitudini particolarmente alte, fra l’Atlantico settentrionale, il nord della Scandinavia e la costa artica russa, mentre l’intera Europa risentirà di un flusso “anti-zonale” da E-NE e da Est (sul bordo meridionale dell’anticiclone) che piloterà aria relativamente fredda, d’estrazione temperata continentale (perché proveniente dalle stesse latitudini), dalle pianure del Kazakistan occidentale e della Russia meridionale. Al contempo il fitto addensamento di isobare che si verrà a scavare in sede artica, fra il bordo più settentrionale dell’imponente promontorio anticiclonico russo-scandinavo e il lato più meridionale della vasta depressione fredda, facente capo al vortice polare, provocherà impetuose tempeste di vento, prevalentemente dai quadranti occidentali, fra l’alto mar di Norvegia, il mare di Barents, le Svalbard e la Novaja Zemlja, con raffiche capaci di raggiungere la forza di uragano.