“La malattia può non essere riconosciuta neppure dal malato”
“Intanto la diagnosi di depressione fatta da amici e’ molto rischiosa, non mi sento di asserire che questo signore fosse un depresso, o un bipolare sulla base di questi dati”. Lo dice alla Stampa Giovanni Battista Cassano, psichiatra, professore emerito all’Universita’ di Pisa, esperto di depressione e di disturbo bipolare. “Partiamo dal fatto che il cervello puo’ ammalarsi in qualsiasi momento e coinvolgere funzioni che portano ad alterazione del giudizio, della critica, del controllo degli impulsi, della coscienza della realta’ e alla produzione anche improvvisa di deliri megalomaniaci senza per forza appartenere a un disturbo bipolare o a una depressione”, spiega. “La malattia puo’ non essere riconosciuta neppure dal malato. Anzi molto spesso il malato non sa di essere depresso e comunque lo nega”. “Molto spesso il disagio e’ colto dai familiari e anche dai medici senza essere ricondotto a una precisa diagnosi clinica. Per i piloti e’ gia’ in atto un filtro molto severo, ma di fronte agli aspetti multiformi della malattia e’ difficile a volte coglierne la gravita'”. “Si puo’ riflettere su quel che sappiamo – aggiunge -. E da alcuni elementi, come il fatto che il pilota abbia chiuso la porta, potrebbe sembrare un’azione premeditata. Questo indicherebbe allora, piu’ che una depressione, un pensiero paranoide”. “Per lo psichiatra non esiste la normalita’, esiste un continuum tra stato di salute e stato di malattia”.