Il copilota, Andreas Lubitz, “aveva la volontà di distruggere l’aereo”
Il copilota si è chiuso da solo nella cabina, ha impedito al comandante di rientrare e ha volontariamente diretto l’aereo contro le Alpi francesi, uccidendo 150 persone. È l’inquietante verità emersa dalla scatola nera ritrovata fra i resti dell’Airbus della Germanwings, precipitato in Provenza, mentre volava da Barcellona a Duesseldorf. Il copilota, Andreas Lubitz, “aveva la volontà di distruggere l’aereo”, ha spiegato il procuratore di Marsiglia Brice Robin, a cui è toccato il compito di rivelare l’incredibile causa dell’incidente aereo. Non lasciano dubbi le voci registrate dalla scatola nera: prima il pilota chiacchiera normalmente col suo secondo, poi gli lascia i comandi per andare alla toilette. Al suo ritorno trova la porta bloccata, bussa sempre più insistentemente, ma da dentro non arriva risposta. Dalla cabina non è arrivata più alcuna voce fino allo schianto; l’unico rumore percepibile è il respiro di Lubitz, rimasto vivo e cosciente fino alla fine. Gli inquirenti hanno perquisito le case del 28enne tedesco a caccia di indizi per capire i motivi del suo gesto. Esclusa la pista del terrorismo, resta un orrore tutto chiuso nella fragilità della mente umana. Lubitz aveva avuto problemi di depressione, un esaurimento, condizioni che secondo la stampa tedesca lo avevano fatto dichiarare durante l’addestramento “parzialmente inadatto a volare”, costringendolo a controlli medici speciali frequenti. Controlli che non sono bastati a salvare la vita ai passeggeri del volo maledetto.