Oltre il 20 per cento degli uomini ed il 13 per cento delle donne sopra i 75 anni sono interessati dal fenomeno. Dal rapporto Airtum 2014, emerge che per le diverse sedi neoplastiche possono ritenersi gia’ guariti: il 94 per cento dei pazienti quando la diagnosi e’ stata di cancro ai testicoli, il 76 per cento chi l’ ha avuta alla tiroide, il 74 per cento per la cervice, il 72 per il linfoma di Hodgkin, il 67 del cervello, il 53 per l’ endometrio ed il 52 per cento per i tumori del tessuto connettivo. L’ analisi ha calcolato anche quanto e’ necessario aspettare dopo la diagnosi per potersi considerare guariti. Per il tumore della mammella, ad esempio, oltre il 50 per cento delle donne con la diagnosi non morira’ a causa della malattia, ma servono 20 anni per potersi dichiarare guariti. Un dato simile si trova per quello della prostata, mentre per il colon retto e’ meno della meta’. La regione dove c’e’ piu’ frequenza di casi e’ la Lombardia, “ma questo dato – afferma Emanuele Crocetti, segretario nazionale dell’ Airtum – e’ legato anche al numero della popolazione. Mentre in termini che possono essereconfrontati, la prevalenza dei tumori e’ maggiore al Nord-Italia: piu’ di 5 persone su 100 hanno avuto un’ esperienza di malattia oncologia, al Sud sono meno di 4”. Per Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) e’ “importante che chi guarisce ritorni alla vita normale, potendo contrarre mutui oppure stipulare assicurazioni ma oggi, purtroppo, cio’ non e’ possibile”.
Tumori: colpiti 3 milioni di italiani, guarisce uno su quattro
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