“Annerita” dal fuoco, ma utilizzabile, la seconda scatola nera contiene “500 parametri” che dovrebbero fornire maggiori informazioni sulla tragedia
Le analisi sulla seconda scatola nera recuperata nel luogo dello schianto del volo della Germanwings confermano che il copilota Andreas Lubitz ha agito deliberatamente impostando il pilota automatico in modalità di discesa. Lo dichiarano i funzionari dell’aviazione francese incaricati di indagare sulle cause del disastro aereo. “Una prima analisi mostra che il pilota presente nella cabina di pilotaggio ha utilizzato l’autopilota per far scendere l’aereo a un’altitudine di 100 piedi (circa 30 metri) e più volte nel corso della discesa ha cambiato l’impostazione per aumentare la velocità del velivolo”, ha reso noto il Bureau d’Enquetes et d’Analyses (BEA), l’ente francese a capo della sicurezza dei voli. Il BEA non ha fornito elementi aggiuntivi, ma ha detto che il suo “lavoro continua per stabilire l’esatto percorso fatto del volo.” La prima scatola nera della A320 che conteneva le registrazioni di suoni e conversazioni nella cabina di pilotaggio era stata trovata poco dopo l’incidente. La sua analisi aveva portato a sostenere che Andreas Lubitz, 27, decise di suicidarsi con tutte le 149 persone a bordo. Nove giorni dopo l’incidente aereo, Alice Coldefy, unica donna tra i soccorritori del “Peloton de gendarmerie de haute montagne – Pghm” di Chamonix, ha recuperato la seconda scatola nera. “Annerita” dal fuoco, ma utilizzabile, questa scatola nera contiene “500 parametri” che dovrebbero fornire maggiori informazioni sulla tragedia. Il Flight Data Recorder (FDR) registra infatti secondo per secondo tutti i parametri di volo per un periodo di 25 ore (velocità, altitudine, velocità del motore, le azioni dei piloti sui comandi, diverse modalità di sterzata, traiettoria, etc.). Questa seconda scatola nera “fornirà tutti gli elementi relativi al volo da solo da quando ha lasciato Barcellona fino allo schianto, tra cui le precise azioni del pilota”, ha affermato il procuratore aggiungendo che “ad un certo punto si nota che c’è solo un pilota nella cabina di pilotaggio”. Per François Grangier, pilota di linea e perito del BEA “lo studio dei parametri durante tutto il volo aiuterà ad escludere l’ipotesi o l’esistenza di un guasto o un malfunzionamento”. In caso contrario, “determinerà che cosa ha portato il velivolo verso il basso, se c’è stato un errore secondario che ha richiesto di mettere l’aereo in modalità discesa”. Perché “in aviazione bisogna eliminare qualsiasi altra tesi finché ne rimane una sola. E con l’analisi della seconda scatola nera – conclude l’esperto – potremmo rimuovere definitivamente la tesi della perdita di coscienza del co-pilota.