Al Festival Internazionale del Giornalismo, che si terrà a Perugia dal prossimo mercoledì la tematica dibattuta dagli esperti sarà capire come è cambiata l’informazione nella nuova era digitale di Internet, con tutti i pro e contro
Il festival del giornalismo di Perugia, che inizierà il prossimo mercoledì, sarà l’occasione per affrontare una delle tematiche più interessanti di questo secolo: la comunicazione e la sua evoluzione, in particolar modo nel mondo dell’informazione e del giornalismo. Gli esperti del settore editoriale ormai, non hanno che da riconoscere che le forme di comunicazione della cronaca, della notizia e di tutte le news è cambiato, forse, in modo irreversibile. O forse, non è altro che una della fasi di un ciclo che si ripete, nel tempo. E’ come se l’invenzione di Johannes Gutenberg, la stampa, fosse stata solo una lunga parentesi e ora la società stesse tornando indietro, verso una forma molto più scarna ed elementare di comunicazione. Ma, mai dire mai, e chi può dirlo che nei prossimi decenni invece, terminerà l’era di Internet e dell’ Hi-tech anche per il gironalismo e forse, si ritornerà alla cara e vecchia carta stampata.
Per Katharine Viner, nuova direttrice del Guardian e prima donna in assoluto a capo del quotidiano inglese, ciò che si sta verificando in questi ultimi anni è una forma nuova di informazione: news costantemente aggiornate, in evoluzione, arricchite dai lettori e dai social media che interagiscono direttamente con il giornale e la redazione addirittura. Dick Costolo, amministratore delegato di Twitter, è dello stesso parere “succedeva anche nell’Agorà dell’antica Grecia dove le notizie erano uno scambio di informazioni multidirezionali e senza filtri” ha detto, da come si legge sul quotidiano La Repubblica. “Devi assicurarti che quel che hai scritto o ripreso venga letto, visto, condiviso. E per differenziarti devi sperimentare”, sono queste le parole di Katharine Viner, nuova direttrice del Guardian, in merito proprio all’evoluzione del giornalismo, come si legge da La Repubblica. Ma la giornalista, peraltro ospite dell’evento negli scorsi anni, denuncia un fatto che purtroppo rischia di surclassare il mondo del giornalismo: oggi, a causa dei continui tagli dei costi da parte degli editori senza una riorganizzazione delle risorse, si finisce che l’80% per cento delle storie raccontate sono mere rielaborazioni di comunicati stampa o di pezzi pubblicati da altri. Almeno questo è ciò che accade per il giornalismo britannico.
«Si tratta di cambiare mentalità e modelli di business», spiega invece Andrea Rangone del Politecnico di Milano, che a Perugia terrà una lezione venerdì partendo degli ultimi dati sui media italiani , che alla Repubblica dichiara “ci sono aree in crescita, come le app per smartphone, tablet e smart tv ad esempio. E ci sono tentativi che potrebbero dare risultati: da Nyt Now, una selezione degli articoli migliori del New York Times disponibile per otto dollari al mese, a Flipboard, che seleziona le news online in base al tema e le impagina su tablet e smartphone come fosse una rivista. O Blasting, sito italo- svizzero che paga i pezzi realizzati dai propri utenti in base al numero di lettori che hanno, o ancora Fanzo che raccoglie le notizie sportive condivise dai tifosi sui social e le propone partendo dalla loro popolarità. Fino a Edicola Italiana , che da gennaio offre un abbonamento unico a più testate di diversi gruppi editoriali in una sorta di streaming delle news”.
La frontiera del giornalismo dunque è cambiata, e continuerà a farlo anche già nel medio periodo: sempre ricco di sfide ed opportunità da saper cogliere al volo per offrire ai propri lettori un nuovo modo di stare in contatto con i fatti e la cronaca. L’importante quindi è non stare fermi, stare al passo con i tempi dal punto di vista tecnologico per capire come sfruttare le App, smartphone ed anche, ad esempio, i nuovi smartwatch a favore della notizia.