“5 milioni di cittadini vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico”
“L’Italia ha perso il 28% delle campagne negli ultimi 25 anni per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato”. Lo dice la Coldiretti in occasione dell’Earth day, aggiungendo che “la superficie agricola utilizzabile si e’ ridotta in Italia ad appena 12,8 milioni di ettari”. Il risultato e’ “che piu’ di otto comuni italiani su dieci (82%) hanno parte del territorio a rischio frane ed alluvioni a causa del consumo di suolo agricolo che, con la cementificazione, ha ridotto la capacita’ di ritenzione idrica dei terreni”. Infatti, spiega la Coldiretti, oggi in Italia “5 milioni di cittadini vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 comuni hanno parte del territorio ad elevato rischio di frana o alluvione, anche per la mancanza di una adeguata pianificazione territoriale; su un territorio reso piu’ fragile da consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre piu’ intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire”. Secondo la Coldiretti, “per proteggere il territorio ed i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilita’ di terra fertile con un adeguato riconoscimento dell’attivita’ agricola che ha visto la chiusura in media di 60 aziende al giorno dall’inizio della crisi nel 2007”. Come spiega Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, “la chiusura di un’azienda agricola significa maggiori rischi sulla qualita’ degli alimenti che si portano a tavola e minor presidio del territorio, lasciato all’incuria e alla cementificazione”. Per questo, l’appuntamento dell’Expo “e’ una occasione per combattere concretamente i due furti ai quali e’ sottoposta giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identita’ e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissa’ quale parte del mondo come italiano; dall’altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori per colpa di una filiera inefficiente”, conclude Moncalvo.