Le Foreste proteggono noi e per questo dobbiamo difenderle
In occasione dell’Earth Day, la giornata mondiale della Terra, il Wwf punta il dito contro uno dei fattori principali di distruzione dell’ambiente, la deforestazione e lancia una grande Campagna per salvare le foreste del pianeta e una raccolta fondi che culminerà domenica 24 maggio con la Giornata delle Oasi. “Abbiamo già perso quasi il 40% della superficie forestale originaria del Pianeta e -è l’allarme del Wwf- la gran parte negli ultimissimi decenni. Oggi solo il 31% della superficie del pianeta è ricoperto da foreste, e ne perdiamo ogni anno 13 milioni di ettari: la deforestazione è la principale minaccia per la vita dell’uomo sulla terra”. Secondo il World Resource Institute perdiamo 50 campi da calcio di foreste ogni minuto. In alcune regioni, il Wwf ha festeggiato la Giornata della Terra domenica scorsa con iniziative di volontariato ed escursioni alla scoperta di habitat e specie protette: in Brianza, nell’area dell’Orrido di Inverigo o nel Parco nazionale della Majella dove, grazie alla collaborazione del Corpo Forestale, sono state svolte attività di pulizia delle nostre foreste.
“Tagliando alberi in ogni angolo della terra -rileva l’associazione ambientalista- abbiamo superato un altro ‘confine’ planetario considerato rischioso per la nostra sopravvivenza: oggi la percentuale di area forestata globale, rispetto alla copertura forestale originale, è di appena del 62%. Abbiamo tagliato dal 2000 ad oggi circa 230 milioni di ettari di foresta originale e se non si interviene, ne scompariranno altrettanti entro il 2050. Fermare la deforestazione attraverso la Zero Net Deforestation e Degradation (Zndd) entro il 2020 potrebbe salvare in tutto il mondo 69 milioni di ettari di foresta e ridurre 29 miliardi di tonnellate di Co2. I dieci paesi che subiscono la perdita netta maggiore di area forestale sono, rispetto ai dati del decennio 2000-2010, il Brasile, l’Australia, l’Indonesia, la Nigeria, la Repubblica di Tanzania, lo Zimbabwe, la Repubblica Democratica del Congo, la Birmania (Myanmar), la Bolivia, il Venezuela. La deforestazione inoltre, incalza il Wwf, “è un vero e proprio crimine contro l’umanità: i crimini forestali, anche se difficilmente quantificabili, secondo l’Unep alimentano un mercato intorno ai 30-100 miliardi di dollari l’anno”. Tra le maggiori cause, riferisce l’associazione, c’è “la crescente domanda a livello mondiale di prodotti dell’agricoltura, di polpa e carta, di legname per le infrastrutture”. Prodotti, spiega, “comunemente diffusi e di uso crescente come soia, olio di palma, carne, pelli da trasformare, sono oggi forse la causa primaria dei processi di deforestazione nel mondo e l’Unione Europea è tra i maggiori consumatori mondiali di prodotti derivati da processi di deforestazione illegali e buona parte di quei prodotti li troviamo sulle nostre tavole, nei nostri mercati”. “La maggiore parte, più della metà, delle commodities consumate in Europa viene esportata da due grandi produttori: Brasile ed Indonesia. In questi paesi -conclude il Wwf- le grandi compagnie internazionali con la complicità di imprenditori e governanti locali, approfittando dei nostri consumi, stanno depredando gli ultimi ecosistemi forestali. Sono questi i nuovi pirati del 21° secolo”.