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Del buffo ma preoccupante tic nervoso canino gli studiosi hanno suggerito varie spiegazioni
La scienza prova a svelare il mistero degli animali che inseguono e mordono la loro stessa, pelosa estremità, talmente antico da aver generato anche il proverbio “è un cane che si morde la coda”. Un problema che gli esperti dell’università di Bristol cercheranno di risolvere richiedendo l’aiuto dei proprietari di quadrupedi senza questo ‘vizio’, che dovranno formare un gruppo di controllo per studiare il fenomeno. Del buffo ma, secondo alcuni veterinari, preoccupante tic nervoso canino gli studiosi hanno suggerito varie spiegazioni: giocosità, desiderio di attirare l’attenzione degli esseri umani che spesso ridono delle loro ‘prestazioni’, o scarico di stress in concomitanza di eventi emozionanti, come fare la pappa o una passeggiata. In alcuni casi, tuttavia, questo comportamento può essere dovuto ad ansia o frustrazione, e scaturisce dall’impossibilità di intraprendere azioni normali.
I ricercatori del progetto biennale ‘Bristol Spinning Dog Project’ si recheranno in 50 case che ospitano cani privi dell’abitudine di mordersi la coda, che saranno sottoposti a esami biologici e del comportamento, per valutarne stato di salute e personalità. “Non ci sono molte informazioni in letteratura sul perché i cani ruotino su loro stessi e si afferrino la coda – dice uno dei ricercatori, Beth Loftus, della Facoltà di scienze veterinarie della Bristol University – Noi pensiamo che questo comportamento si sviluppi sulla base della personalità e della genetica, ma che anche dell’ambiente di vita durante le prime 16 settimane di vita del cane. Ma non sappiamo che cosa significa per il benessere dei cani. Speriamo di essere in grado di capirlo e di trovare dei modi per impedire che questo vizio si sviluppi nell’animale”. I ricercatori britannici, il cui lavoro è finanziato dal Dogs Trust – riporta l”Independent’ – invitano i proprietari di cani di qualsiasi razza, età o sesso del Regno Unito che non abbiano l’abitudine di mordersi la coda a partecipare allo studio, a condizione che siano in forma e sani.