Salute: due milioni e mezzo di italiani con la psoriasi, a Roma dermatologi da tutto il mondo

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L’80% degli italiani colpiti dalla psoriasi lo sono fortunatamente in forma lieve o moderata

In Italia le persone affette da psoriasi sono almeno 2,5 milioni, l’80% delle quali colpite dalla forma lieve-moderata, spesso poco conosciuta e, di conseguenza, non adeguatamente curata. A Roma si apre da oggi fino a sabato ‘PsoFuture’, il congresso che riunisce importanti dermatologi provenienti da tutto il mondo. Nelle tre giornate di lavoro si discuterà di psoriasi:dai meccanismi patogenetici alla gestione delle comorbilità, dai trattamenti più innovativi, che hanno cambiato l’approccio alla malattia e migliorato la qualità di vita dei pazienti, fino alle prospettive future.

“La psoriasi lieve-moderata è la forma più frequente, ancora poco conosciuta, sottodiagnostica e sottotrattata, per la quale è disponibile un’innovativa terapia topica, una combinazione di calcipotriolo e betametasone in gel, efficace e semplice da usare”, sottolineano gli esperti. Capofila e promotore dell’evento la dermatologia italiana: “L’idea di promuovere e organizzare a Roma il congresso ‘PsoFuture’ – afferma Sergio Chimenti, chairman del Comitato scientifico e direttore della Clinica dermatologica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata – nasce dall’esigenza di fare il punto sullo stato dell’arte della psoriasi sia nel campo della ricerca, che si sta aprendo a sempre maggiori conoscenze su questa patologia cutanea”.

PSORIASI“La grande novità di questi anni tra le terapie topiche per la cura della psoriasi lieve-moderata è rappresentata dalla combinazione in gel di un derivato della vitamina D, il calcipotriolo, associato al betametasone – spiegano gli specialisti – un antinfiammatorio corticosteroideo di elevata efficacia. Alla luce della revisione sistematica dei dati esistenti in letteratura sui benefici e sui rischi dei diversi trattamenti, questa combinazione, somministrata una sola volta al giorno, si è rivelata più efficace, rapida e meglio tollerata rispetto alle altre terapie convenzionali”. “Gli studi clinici dimostrano che l’associazione calcipotriolo-betametasone esplica un effetto sinergico che risulta più efficace e con un buon profilo di sicurezza e tollerabilità sulla lunga durata – spiega Chimenti – dopo otto settimane di trattamento, infatti, si registra una riduzione di circa il 75% dell’indice Pasi che misura l’estensione e la severità delle lesioni cutanee, contro il 61,3% dello steroide e il 55,3% del calcipotriolo, utilizzati singolarmente. Altro punto di forza è la monosomministrazione giornaliera che garantisce una maggiore aderenza da parte del paziente e non grava sulla qualità di vita”.

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