Secondo l’esperto ci sono alcuni piccoli accorgimenti da tenere presenti per combattere l’abbassamento repentino della voce
Febbricola, raffreddore e soprattutto mal di gola sono i sintomi tipici della sindrome simil-influenzale. “Il 30% di chi è colpito da questi malanni di stagione soffre anche di disfonia, un’alterazione della voce che può variare dalla raucedine fino all’afonia. Spesso è provocata da un’infiammazione delle mucose delle vie aeree, della laringe e delle corde vocali che si gonfiano e in questo modo viene alterata la loro vibrazione e il suono non è più normale. La voce si abbassa, diventa rauca e si sente una sensazione di fastidio quando si prova a parlare”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Stefano Di Girolamo, direttore dell’Unità operativa di audiologia e foniatria del Policlinico Tor Vergata di Roma. Secondo l’esperto ci sono alcuni piccoli accorgimenti da tenere presenti per combattere l’abbassamento repentino della voce: “Bere molto, non usare l’aerosol ma le inalazioni di tipo caldo-umido (i vecchi ‘fumenti’ della nonna a base di camomilla e bicarbonato), ma anche mangiare leggero per non appesantire lo stomaco e scatenare il reflusso, che è una delle cause della disfonia cronica. Soprattutto – raccomanda – non si deve urlare o alzare la voce”. Dunque le cause che possono provocare l’afonia possono essere virali ma anche batteriche, o legate all’esposizione ad agenti irritanti non solo esterni, ma anche prodotti dall’organismo come appunto il reflusso gastroesofageo. “Ci sono professioni più colpite da problemi alla voce – ricorda l’esperto – come gli insegnanti o gli speaker radiofonici, ad esempio, insomma chi usa la voce per lavorare. La cosa solo apparentemente strana è che i cantanti lirici più esperti non hanno questi problemi perché sono molto attenti e allenano le corde vocali, mentre – chiosa – gli idoli pop dei giovanissimi spesso rimangono afoni”. Secondo lo specialista “la disfonia e l’afonia possono essere più marcate nelle persone predisposte, sopratutto in chi già soffre di reflusso gastroesofageo. La voce bassa e rauca dura di solito una settimana se non ci sono complicanze, il tempo che passi il malanno – precisa l’esperto – Mentre se cronicizza, spesso nei pazienti con reflusso, e magari si prendono antinfiammatori, si può peggiorare la situazione. Perché questi farmaci possono dare un beneficio momentano ma vanno ad incidere sullo stomaco, aumentando il reflusso. Quindi – sottolinea Di Girolamo – se c’è la classica sindrome influenzale o simil-influenzale, meglio non prendere nulla per la gola: il danno alla voce passerà in pochi giorni. Se invece il sintomo persiste è bene consultare uno specialista perché potrebbero esserci anche dei noduli vocali”. Non solo farmaci però, anche una respirazione corretta può migliorare la fonazione e “diminuire gli episodi di perdita di voce – ricorda Di Girolamo – Se però la problematica non è legata ad una forma acuta ma cronica c’è bisogno dell’intervento di un foniatra. Si può fare una valutazione con una laringoscopia a fibre ottiche – conclude – in grado di documentare le alterazioni della struttura e lo stato di Salute della laringe. In seguito si può decidere il da farsi: se ci sono noduli con un evidente aumento dello spessore della mucosa delle corde vocali – conclude – c’è la possibilità di intervenire chirurgicamente”.