L’Universita’ di Ferrara ha fatto rilevazioni e esami clinici grazie al lavoro di Samantha Cristoforetti nello Spazio
Si sono conclusi con successo gli esperimenti nello spazio del progetto ‘Drain Brain’, della missione Futura dell’Agenzia Spaziale Italiana che vede impegnata Samantha Cristoforetti sulla stazione spaziale internazionale. L’astronauta ha collaborato alla ricerca dell’Universita’ di Ferrara, indossando sensori per misurazioni del suo corpo e quindi esami clinici su se stessa con la guida remota del Professor Paolo Zamboni dell’Universita’ di Ferrara, tele-collegato con la stazione dal centro di controllo Asi presso Kayser Italia. “Il complesso di questi esperimenti – ha detto Zamboni – permette di fotografare con strumentazioni innovative progettate in Italia, la funzione circolatoria di cuore e cervello, fornendo dati fino ad ora mai registrati sugli astronauti in orbita. Fino ad oggi le informazioni ricevute dai nuovi strumenti si potevano ottenere solo con metodiche invasive o esponendo i soggetti a radiazioni. Questa sperimentazione ha delle potenziali ricadute diagnostiche nel settore della telemedicina poiche’ dimostra che strumentazioni non invasive sono in grado, senza controllo medico in loco, di inviare informazioni molto preziose ad un centro medico qualificato che si trova a distanza”. “Drain Brain – ha detto il responsabile del programma Slavatore Pignataro – ha richiesto un elevatissimo livello di coordinamento tra il team scientifico, quello di supporto ingegneristico, e i team di supporto degli strumenti di bordo utilizzati per l’esperimento. Il protocollo prevedeva l’utilizzo simultaneo della strumentazione sviluppata dall’Universita’ di Ferrara e di tre altri strumenti diagnostici presenti a bordo, i cui responsabili erano in Danimarca e negli Stati Uniti”.