Nella valle, che ha come epicentro la capitale nepalese, ci sono sette complessi di monumenti ed edifici rappresentativi della totalità delle opere storiche e artistiche che hanno reso celebre il Paese in tutto il mondo
A quattro giorni dal terremoto che ha colpito il Nepal, l’Unesco cerca di fare la conta dei danni al ricco patrimonio storico e naturale del Paese, specialmente nella valle di Katmandu, dichiarato Patrimonio dell’Umanità. “Più riceviamo informazioni dal territorio, più sono sconvolta dalla portata delle perdite di vite umane che ha causato il sisma”, spiega Irina Bokova, direttrice generale dell’organismo, che poi aggiunge: “Sono anche impressionata dal devastante impatto che il movimento tellurico ha avuto sul patrimonio culturale unico del Paese, specialmente per i danni, alcuni dei quali irreversibili, che si sono registrati nella valle di Katmandu”. Nella valle, che ha come epicentro la capitale nepalese, ci sono sette complessi di monumenti ed edifici rappresentativi della totalità delle opere storiche e artistiche che hanno reso celebre il Paese in tutto il mondo. Tra questi, piazza Durbar, di fronte ai palazzi reali di Hanuman Dhoka, a Katmandu; quindi le piazze Durbar di Patan e Bhaktapur; gli stupa buddisti di Swayambhu e Bauddhabath; i templi induisti di Pashupati e Changu Narayan. Secondo l’Unesco, tutti questi luoghi storici, “più di altri rappresentativi della cultura e del patrimonio nepalese” sono stati “gravemente colpiti” dal sisma. In concreto, secondo l’Unesco, gravi danni sono stati riportati alla piazza Durbar di Patan, ai palazzi di Hanuman Dhoka, al complesso monumentale di Bhaktapur, che risultano “praticamente distrutti”. Ma il terremoto ha colpito anche un’altra zona considerata patrimonio naturale dall’Unesco, ossia il parco nazionale di Sagarmantha, che include il monte Everest.